“È stata uccisa”. Morte Liliana Resinovich, spunta una lettera inviata in procura: cosa c’è scritto
Trieste, morte di Liliana Resinovich, le parole del fratello Sergio. A diffondere la notizia, TriestePrima. Da quanto si apprende, il fratello della donna di 63 trovata priva di vita nel Parco di San Giovanni a Trieste, avrebbe inviato in Procura un documento via Pec dove l’uomo sosterebbe che Liliana non si sarebe suicidata ma che sia stata uccisa.
Massimo riserbo da parte degli inquirenti sulla vicenda. A sostenere questa ipotesi, non solo Sergio, fratello della vittima, ma anche Claudio Sterpin, amico di Liliana. Per i due non si tratterebbe di suicidio ma di omicidio. Si legge anche sul sito dell’ANSA che “erano in programma nei laboratori della Polizia scientifica di Milano gli esami non ripetibili su alcuni reperti trovati sul corpo della donna”.
Nell specifico, riporta ancora il sito, si tratterebbe di alcuni reperti, “dalla biancheria intima alle chiavi, dalla bottiglietta trovata accanto al corpo all’esame sotto le unghie, fino a un guanto elastico e a un cordino trovati sul posto. I risultati non sarebbero, però, ancora pronti”.00:00/00:00
“Liliana non sarebbe mai andata via senza lasciare un biglietto o disposizioni per me o per sua nipote”, queste le convizioni del fratello Sergio dette davanti alle telecamere della trasmissione “Chi l’ha visto?” e riportate anche per iscritto sul documento. E ancora, sempre in diretta tv, Sergio Resinovich, ospite del programma “La Vita in Diretta” avrebbe anche affermato qualcosa su Sebastiano Visintin, marito di Liliana.
“Per me è responsabile di qualcosa di sicuro, altrimenti lei non si sarebbe comportata in questa maniera. Dopo 32 anni che stanno insieme è andata via così… Non capisco… Raccontava le bugie come i bambini… Se è successo qualcosa, vuol dire che lui non era in grado di condurre una vita familiare. Io non parlo con lui, non ci sentiamo”. Per gli inquirenti, al momento, nessun indagato.