Giorgio Palù gela gli italiani: “Quarta dose?”. Ecco la data
È presto per dire che siamo fuori dalla pandemia. E una quarta dose con vaccini aggiornati contro il Coronavirus è possibile. Lo dice oggi il presidente dell’Aifa Giorgio Palù in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. In cui spiega che «mentre la curva epidemica è in fase di regressione in oltre 20 Paesi del mondo, assistiamo ancora alla rapida crescita dei casi nell’Est Europa e nel Sudest asiatico.
Il pianeta è molto più densamente popolato del secolo scorso e esistono aree popolate da comunità ancora suscettibili al virus perché non vaccinate o immunizzate in seguito all’infezione naturale». E quindi la guerra «non possiamo dichiararla vinta.
L’unico raffronto con pandemie causate da coronavirus è possibile con i virus dell’influenza che sono stati responsabili di tre pandemie della durata di circa due anni nel secolo scorso (la Spagnola causata dal virus H1N1 nel 1918, l’asiatica da H2N2 nel 1957 e la Hong Kong da H3N2 nel 1968) e di una pandemia breve e alquanto mite nel 2009 causata dal virus H1N1, detta suina».
Palù però apre sui possibili nuovi richiami: «Non si può intendere che il booster conferisce una protezione persistente nel tempo. È più corretto parlare di validità prolungata sine die. Siamo in attesa di dati raccolti sul campo circa la durata della protezione vaccinale e la qualità e alla persistenza della risposta immunitaria.
È quindi possibile che vengano utilizzati altri richiami magari il prossimo autunno con un vaccino polivalente e aggiornato, se si conferma l’attuale calo della curva epidemica». E questo perché «Omicron presenta il più elevato numero di mutazioni finora riscontrate nel Sars-CoV-2.
E’ diventata più trasmissibile, più attrezzata per evadere la risposta anticorpale innescata da vaccino e infezione naturale e capace di resistere all’efficacia terapeutica della maggior parte degli anticorpi monoclonali. La variante ha però acquisito anche nuove mutazioni che la renderebbero incapace di causare polmoniti gravi. Ma non si può etichettarla come banale raffreddore, specie nei soggetti gracili e non vaccinati».