Movimento 5 Stelle, Conte duro contro Di Maio: “Dovrà rendere conto delle sue condotte molto gravi”
Nel Movimento 5 Stelle è arrivata la rottura tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. I giorni che hanno caratterizzato il post Quirinale, sono stati molto turbolenti per il partito guidato dall’ex premier, al punto tale da accusare un punto di riferimento storico del movimento, ossia il ministro Di Maio.
Ancora tensioni tra i leader del Movimento 5 Stelle
Se Conte in un primo momento voleva chiarimenti, ora sembra quasi volere la testa del suo collega. Durante un’intervista al giornale Il Fatto Quotidiano, Giuseppe Conte, senza mezzi termini ha detto: “Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità”. Dopo questa affermazione, dunque, viene da pensare che i pentastellati, a breve, dovranno pronunicarsi sul loro ex leader.
A quanto pare, la linea dettata da Conte che prevedeva Elisabetta Belloni al Quirinale era condivisa da molti dei suoi, a differenza dell’opzione Mario Draghi al Colle voluta da Di Maio.
Giuseppe Conte risponde alle accuse di un presunto bilaterale con la Lega
Giuseppe Conte intanto continua a respingere e smentire le accuse esterne che lo vedevano complice della Lega in un accordo bilaterale per portare la Casellati o Frattini al Colle, dicendo che la Casellati è stata una sorpresa e Frattini era un nome poco concreto.
L’ex premier, nella sua intervista, ha spiegato che è sempre stato in sintonia con il resto dei partiti di centrosinistra, soprattutto con Enrico Letta e Roberto Speranza, ed ogni azione era condivisa con la massima trasparenza.
Intervengono Grillo e Di Battista
Nello spinoso confronto tra Conte e Di Maio sono intervenute anche altre personalità vicine al movimento. In primis, Beppe Grillo, fondatore e garante del Movimento 5 Stelle, ha sentito privatamente Giuseppe Conte appoggiandolo nella scelta di Elisabetta Belloni come presidente della Repubblica.
Un curioso retroscena è che, come riferisce Conte, la scelta di bocciare Belloni non è partita da singoli politici come Matteo Renzi, ma anche da parte dello stesso PD che l’aveva proposta. Tutto questo perché Sergio Mattarella aveva dimostrato di avere già abbastanza voti e, dopo essersi confrontati anche con il centrodestra, avevano deciso che il Mattarella bis sarebbe stato lo scenario migliore per il Paese. A proposito di PD, Alessandro Di Battista, ex deputato del Movimento 5 Stelle, ha prima preso le difese di Conte nel dibattito con Di Maio e successivamente l’ha messo in guardia da Enrico Letta, dicendo: “Io comunque non mi fido proprio. Io non dimentico nulla“.