Giornalismo italiano in lutto. Stroncato da una malattia a 51 anni: ha lavorato anche per la Rai
Il giornalismo italiano è in lutto per la perdita di una figura importante. Se n’è andato troppo presto, a 51 anni, nonostante abbia tentato con tutte le sue forze di vincere la battaglia contro una malattia che lo affliggeva da ormai due anni. Il suo cuore però si è arreso e il settore giornalistico del nostro Paese è adesso più povero. Aveva creato un’importante associazione culturale, che si chiamava ‘Documentari, inchieste, giornalismi’, ma che veniva indicato da tutti con l’acronimo di ‘Dig’.
Questa rivoluzione l’aveva portata avanti nel 2015, infatti era poi stato in grado di insegnare a molti suoi colleghi il giornalismo investigativo, faro della sua vita professionale. La stessa associazione culturale non ha potuto fare altro che omaggiarlo con un bellissimo messaggio per salutarlo un’ultima volta: “Ha dato forma, visione e carattere al nostro progetto facendone una delle cose in cui ha più creduto e per cui si è speso fino all’altro giorno. Il suo impatto su Dig continuerà nel presente e nel futuro”.
L’associazione ‘Dig’ ha concluso nel suo comunicato in memoria del giornalista Matteo Scanni: “Il suo impatto continuerà nelle nostre azioni e nelle nostre idee e vivrà nelle menti e negli occhi di chi ha avuto la fortuna di incontrarlo durante questi anni”. Tantissimi amici e giornalisti stanno utilizzando splendide parole per ricordare Matteo Scanni, morto prematuramente nella città di Milano. La sua associazione si era poi trasformata in un vero e proprio festival nonché un premio per i suoi colleghi.00:00/00:00
Matteo Scanni è stato protagonista di diversi reportage, in grado di ottenere premi importanti come quello Ilaria Alpi conquistato nel 2006 in virtù del reportage ‘O sistema’ confezionato con il giornalista Ruben Oliva. Ma ha lavorato anche nella Rai, per ‘L’Espresso’, per il ‘Diario’ e per il ‘Corriere della Sera’. Ad ottobre era intervenuto per conto di ‘Dig’: “Torneremo più agguerriti di oggi. Informali come al solito ma più anarchici e punk. Sempre gentili, ma più radicali”. Ma era noto anche per un altro ruolo.
Inoltre, Matteo Scanni era il direttore delle testate della scuola del giornalismo dell’Università Cattolica di Milano, che lo ha omaggiato così: “Non ti dimenticheremo mai, hai fatto diventare questa scuola un luogo di giornalismo vivo”. Alla Rai ha realizzato come freelance video reportage come quello su Rai 3, ‘Il paese del maiale’ sulle contraffazioni alimentari ed ‘Euskal kronivak’ su Rai Sat.