Corse al Colle, Roberto Speranza lancia la bomba per il dopo Mattarella
Manca davvero poco alla fine del mandato di Sergio Mattarella come Presidente del Consiglio. Fra un mese il Governo dovrà scegliere il suo successore. Chi salirà al Colle per guidare l’Italia come Presidente della Repubblica? La risposta a questa domanda è ancora incerta: tantissimi i nomi papabili al momento. In queste ore è circolato un retroscena su un incontro segreto tra Enrico Letta e Mario Draghi. Ora è arrivata un’altra indiscrezione. Si sarebbe tenuta in questi ultimi giorni una cena riservatissima tra il ministro della Salute Roberto Speranza, il segretario del Pd Enrico Letta e il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. (Continua dopo la foto)
Corse al Colle, Roberto Speranza lancia la bomba per il dopo Mattarella
Come rivelato da Tomaso Labate in un retroscena sul Corriere della Sera, si sarebbe tenuta in questi ultimi giorni una cena riservatissima tra il ministro della Salute Roberto Speranza, il segretario del Pd Enrico Letta e il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. A quanto pare, i tre si sarebbero incontrati per parlare proprio della famosa corsa al Colle. Per trovare un candidato comune. Tomaso Labate ha scritto: «Al riparo da occhi indiscreti i tre leader del centrosinistra hanno fissato un metodo comune e messo in piedi ‘un patto di consultazione permanente’ che durerà fino a quando non sarà eletto il successore di Sergio Mattarella. Il loro obiettivo è quello di lavorare a un percorso unitario». Chi sarà a questo punto il nome comune? Forse l’ipotesi Draghi sembra concretizzarsi sempre più. (Continua dopo la foto)
Le parole di Labate
Sempre attraverso il suo retroscena su Il Corriere della Sera, Tomaso Labate ha aggiunto: «Griffe lettiana sul ‘nuovo Pd, l’adesione del ministro della Salute alle Agorà volute dal Nazareno e la necessità condivisa di recuperare l’antica idea di un centrosinistra modellato sul concetto del ‘campo largo’ sono i tre motivi pubblici che rendono le ragioni del tornare insieme superiori a quelle del rimanere separati».