Saman Abbas, “E’ lei”: la notizia è appena arrivata dalla Procura di Reggio Emilia
Un frammento osseo trovato a Boretto, nella zona del Po, potrebbe appartenere a Saman Abbas secondo la Procura di Reggio Emilia. I carabinieri del Ris di Parma sono stati incaricati dal pm Laura Galli di effettuare esami specialistici sull’osso per estrapolare il profilo biologico del Dna. Secondo le prime informazioni, il reperto è stato scoperto nell’area del Lido Po di Boretto e ripescato direttamente dall’acqua. Il ritrovamento sarebbe avvenuto già il 3 novembre.
Gli investigatori ora sono chiamati a isolare il profilo genetico per capire se i resti appartengano o meno alla 18enne pachistana. Un eventuale esito positivo confermerebbe i sospetti degli inquirenti sulla sorte di Saman. La ragazza risulta ormai scomparsa da 8 mesi e, sempre secondo l’accusa, sarebbero stati i familiari a programmare l’omicidio.
Movente del delitto, la volontà della 18enne di non sposare un cugino scelto per lei dai genitori. La ragazza voleva allontanarsi dal nucleo familiare per partire verso la Francia insieme al fidanzato. La pista delle ricerche porta proprio al Grande Fiume: sentito in contraddittorio davanti al gip durante l’incidente probatorio, il fratello 16enne di Saman aveva raccontato di aver sentito i familiari progettare l’omicidio già il 30 aprile.
Un cugino, che al momento non risulta indagato, avrebbe suggerito di fare il cadavere a pezzi e gettarlo nel fiume. “Fa troppe cose, mette i pantaloni eh. Fuori dalla vita musulmana” aveva detto il cugino in questione, quasi per giustificare la sua proposta.
Il Dna estratto dal frammento osseo sarà confrontato con quello già estratto nei mesi scorsi dagli abiti sequestrati nell’abitazione di Novellara in cui la ragazza viveva. Oltre a questo ultimo accertamento tecnico non ripetibile, la Procura ha ordinato anche il sequestro di alcuni abiti nella casa di Danish Hasnain, lo zio reputato esecutore materiale dell’omicidio. Il pm ha chiesto al Ris di individuare proprio su quegli indumenti l’eventuale presenza di materiale biologico riconducibile agli indagati.
Sotto inchiesta anche Shabbar Abbas, padre della ragazza, e la madre Nazia Shaheen. I due sono partiti il primo maggio verso il Pakistan e su di loro pende una richiesta di estradizione. Secondo gli inquirenti, si sarebbero messi al riparo da eventuali accuse di omicidio. Per gli altri parenti della ragazza è prevista anche l’accusa di occultamento di cadavere. Lo zio 33enne Danish Hasnain, come il fratello Abbas, era fuggito dall’Italia poco dopo il 30 aprile. L’uomo è stato arrestato nel mese di settembre a Parigi e si è opposto all’estradizione in Italia che sarà nuovamente discussa il 5 gennaio prossimo davanti alla Chambre d’instruction. Indagati anche i due cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq: il primo è stato fermato a maggio a Nimes, in Francia, ed è ora in custodia cautelare nel carcere della Pulce, il secondo è invece ancora latitante.