Ok alla tutela del copyright Ma i grillini stanno coi pirati
La contrarietà M5s alla normativa europea che intende tutelare il diritto d’autore su internet.
L’ostilità dichiarata nei confronti dell’editoria cartacea. L’annunciata chiusura domenicale dei negozi e il conseguente vantaggio per i colossi del commercio on line. Se è vero che tre indizi fanno una prova, è dunque provato che il Movimento 5 Stelle svolge opera lobbistica in favore dei colossi del web. Cioè del vero «potere forte» contemporaneo.
Quante volte abbiamo sentito Grillo, Casaleggio, Di Maio e Di Battista strepitare contro i «poteri forti», o «le multinazionali», o «la finanza», o il «pensiero unico»? Quasi ogni giorno. Eppure non si ricordano intemerate analoghe contro i colossi del web. Il fatto che Facebook nel 2017 abbia pagato tasse in Italia per appena 120mila euro non li indigna. Né li scandalizza sapere che, tanto per fare un esempio, Airbnb degli 80 milioni dovuti al fisco ne abbia versati solo 19. Un privilegio assurdo a fronte di un potere economico colossale. Ma anche un inedito potere di condizionamento delle coscienze. La carta è infatti passata di moda, oggi la conoscenza passa dal web e chi controlla il web controlla le coscienze. Mai vista prima una simile concentrazione del sapere (e del gusto) in così poche mani. Chi vuole conoscere, oggi, consulta Google e i primi cinque risultati di ogni ricerca sono quelli che danno forma al mondo. Ma chi decide quali sono i primi cinque risultati di una ricerca? Un algoritmo. E chi programma l’algoritmo? Gli analisti di Google. Possibile che lo facciano in maniera disinteressata? Possibile. Più probabile che lo facciano perseguendo interessi materiali e propagandando una certa visione del mondo. Una visione globale volta a massificare i consumatori. Altro che Gramsci, la vera egemonia culturale è questa. Ed è al servizio non della politica ma dell’economia. Un’economia di pochi che condiziona la vita di molti.
Ora, posto che quella del web è ormai anche un’ideologia e che a quell’ideologia sembra sinceramente aderire buona parte degli eletti grillini, risulta difficile trascurare il fatto che gli eletti grillini dipendono dalla Casaleggio e associati e che per la Casaleggio e associati il web non è solo un’ideologia ma anche e soprattutto un business. C’entra qualcosa la proposta di chiusura domenicale dei negozi avanzata da Di Maio col fatto che nel 2016 Davide Casaleggio ha acquistato un dominio che si chiama E-commerce Factor? Diciamo che il dubbio sorge spontaneo: il dubbio di un conflitto di interessi 2.0.
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