“È giallo”. 43enne trovata morta in casa, la tragica scoperta della polizia: aveva denunciato il compagno per violenze
C’è qualcosa di oscuro nella morte di Alina Trush, una ragazza originaria dell’Europa dell’est ma residente a Trieste. La donna, di 43 anni, è stata ritrovata senza vita all’interno del suo appartamento in viale D’Annunzio 28. A trovarla sono stati gli agenti della Procura della Repubblica che avrebbe dovuto notificarle un atto giudiziario per le violenze che avrebbe subito dal compagno, triestino, diverso tempo fa. Insospettiti dalla mancata risposta, per qualche motivo, hanno deciso di chiamare i vigili del fuoco per forzare la serratura di casa.
Una volta aperta la porta d’ingresso della casa, gli agenti si sono ritrovati davanti la tragica scena, con il corpo senza vita di Alina Trush riverso sul pavimento. Da quello che emerso, la morte di Alina sarebbe avvenuta nel giorno precedente. In un primo momento, per questioni ancora da chiarire, si è pensato ad una overdose, tuttavia in casa non sarebbero state trovate tracce di sostanze stupefacenti, né evidenti tracce ematiche.
Nessuno quindi sa con certezza, per ora, cosa sia successo ad Alina Trush e naturalmente, come da prassi, al momento tutte le poste restano aperte. Qualcuno naturalmente ha provato ad urlare al femminicidio, così come qualcuno ha dedotto si tratti di un gesto volontario. La verità è che ancora troppo presto per capire cosa sia capito alla 43enne.
Naturalmente le indagini sono in corso. Poco dopo il ritrovamento di Alina Trush, sul posto è arrivata anche la polizia scientifica, polizia di Stato e il medico legale Fulvio Costantinides. È stato fatto presente poco dopo che un vicino di Alina, come riporta la stampa locale, ha sostenuto di aver sentito urla nella giornata di domenica 28 novembre provenire dall’appartamento dove è stato rivenuto il cadavere della donna.
Nel frattempo fuori casa qualcuno ha iniziato a portare dei fiori per onorare la scomparsa di Alina Trush. Sul muretto appena fuori dall’entrata del condominio una scritta fatta a pennarello rosso: “Alina” e poi alcuni messaggi affettuosi scritti in lingua slava. Una morte che farà parlare di sé.