Sanzioni Ue a Orban, no di Forza Italia. È scontro tra M5s e Lega
Il centrodestra è compatto: voterà contro la richiesta di sanzioni all’Ungheria di Viktor Orban. Forza Italia e la Lega sono, infatti sulla stessa lunghezza d’onda. “L’Europarlamento – ha messo in chiaro Matteo Salvini – non può fare processi ai popoli e ai governi eletti, soprattutto se vogliono controllare un’immigrazione fuori controllo”
La votazione, che seguirà il dibattito di oggi, si terrà domani pomeriggio, ma già rischia di dividere il governo gialloverde. “Noi siamo a favore delle sanzioni”, hanno fatto sapere a Repubblica fonti del movimento guidato da Luigi Di Maio.
È la prima volta che l’Europarlamento si avvale del diritto di sanzionare uno Stato membro dell’Unione. La convalida dell’avvio della procedura del cosiddetto articolo 7 avviene attraverso regole ben precise: oltre alla maggioranza semplice dei voti (376) la risoluzione deve ottenere almeno i due terzi delle votazioni. Un risultato tanto più difficile da raggiungere visto che il principale gruppo politico in Parlamento, il Partito popolare europeo (Ppe), che conta 218 eurodeputati, comprende anche Fidesz, il partito di Orban che a Strasburgo ha dodici rappresentanti, oltre alla formazione di Angela Merkel, la Cdu, al partito cristiano-sociale del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, e ai Republicains francesi. Oggi pomeriggio Silvio Berlusconi ha personalmente telefonato a Orban per fargli sapere che Forza Italia voterà contro e gli ha confermato la propria amicizia e l’appoggio a Fidesz.
Gli eurodeputati sono chiamati a esprimersi su una risoluzione in cui si chiede al Consiglio degli Stati membri di “rilevare l’esistenza di un chiaro rischio di violazione grave da parte dell’Ungheria dei valori su cui si fonda l’Ue”. Il rapporto dell’eurodeputato dei Verdi, Judith Sargentini, ha espresso le “preoccupazioni” del Parlamento di Strasburgo sul “funzionamento del sistema costituzionale ed elettorale”, sull’“indipendenza della giustizia”, sulla “corruzione e i conflitti di interesse” e sull’effettivo rispetto di libertà individuali come il diritto dei richiedenti asilo. “Abbiamo sempre sostento che si tratta di una caccia alle streghe”, ha risposto Zoltan Kovacs, portavoce del governo ungherese stilando una “scheda informativa” di un centinaio di pagine. Contro l’Ungheria l’esecutivo europeo ha già fatto ricorso a diverse procedure d’infrazione accusando il governo di Budapest di non rispettare le leggi sul diritto d’asilo e di aver promulgato una legge che persegue penalmente chi aiuta gli immigrati e limita i finanziamenti alle ong.
Il voto di domani mette in netta contrapposizione il governo gialloverde che a Strasburgo voterà in modo opposto. “Voteremo in difesa di Orbán, l’europarlamento non può fare processi ai popoli e ai governi eletti”, ha scandito senza esitazione Salvini. Fonti del Movimento 5 Stelle hanno, invece, fatto trapelare che gli eurogrillini voteranno a favore delle sanzioni. Questa contrapposizione era emersa già durante l’ultima visita del premier unghese in Italia. In quell’occasione, i capigruppo pentastellati si erano fiondati a sottolineare che l’incontro riguardava solo Salvini in quanto leader della Lega e non coinvolgeva il governo. “Le politiche migratorie di Orban – aveva sottolineato Alessandro Di Battista per smarcarsi dal Caroccio – vanno contro gli interessi italiani, quindi Orban non può essere mio alleato”. A Salvini la scelta dei Cinque Stelle non crea alcun problema: “Ognuno è libero di scegliere cosa fare: la Lega in Europa sceglie la libertà”.