Ora al M5s piace l’uomo di Amazon (e pure renziano)
Roma – Jeff Bezos attende serenamente che il decreto «Negozi chiusi» di Gigino Di Maio faccia impennare i suoi profitti: la domenica, tutti chiusi a casa a fare shopping su Amazon.
Nell’attesa, i grillini chiedono che l’ex braccio destro di Bezos Diego Piacentini (nella foto, ndr), già vicepresidente di Amazon, resti a Palazzo Chigi con loro: il suo Team per la Trasformazione digitale, istituito dal governo Renzi e il cui mandato scadrebbe a metà settembre, verrà prorogato di un anno perché «il giudizio sul suo operato è positivo, ha raggiunto buoni risultati e dobbiamo confermarlo», ha spiegato il sottosegretario pentastellato alla Pubblica amministrazione Fantinati. Che si augura che Piacentini non torni in Usa ma resti al suo posto: «È una persona preparata, con un curriculum riconosciuto in tutto il mondo».
Che il curriculum di Piacentini sia impressionante, e che il suo lavoro per il governo sia stato positivo, è fuor di dubbio e confermato da più parti. Ma per i Cinque stelle si tratta di un vero testacoda, visto che all’epoca della sua nomina a commissario dell’Agenda digitale fecero fuoco e fiamme contro il premier Pd e chiesero l’immediata cacciata del manager «amico di Renzi», definito «un conflitto di interessi vivente» per i suo rapporti con Amazon: «È ovvio che Piacentini, nella sua posizione privilegiata all’interno del governo, conoscerà in anticipo tutte le scelte dei Renzi boys, comprese le informazioni da insider che riguardano anche i concorrenti di Amazon e che giungono all’orecchio di Palazzo Chigi, senza tralasciare le strategie fiscali che il Governo sta concordando in Europa», tuonò tal Zullo, eurodeputato M5s. I grillini tornarono alla carica contro Piacentini nel dicembre del 2016, dopo le dimissioni di Renzi: ora se ne vada anche lui e venga smantellato il suo team, chiesero a gran voce tutti i parlamentari grillini della Commissione Trasporti: «Dal suo insediamento nell’agosto scorso il commissario straordinario ha solo costituito una costosa struttura amministrativa. Ora, è evidente alla luce degli ultimi sviluppi, che quella struttura non ha più ragione di esistere». La stessa struttura che ora, dal governo, benedicono.
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