Mario Cerciello Rega, il carabiniere italiano ucciso brutalmente: un’altra terribile notizia
È stato trovato da un parente privo di vita nella sua abitazione Sergio Brugiatelli, l’unico testimone oculare dell’omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega. Il 49enne sarebbe morto a causa di un ictus cerebrale a fine settembre. Ma nulla è stato fatto trapelare dagli ambienti giudiziari.
A svelare qualche dettaglio i vicini di casa. Brugiatelli era stato il mediatore per la compravendita della cocaina tra lo spacciatore Italo Pompei e i due americani, Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth (entrambi condannati in primo grado all’ergastolo per aver assassinato Rega con undici coltellate).
Fu proprio lui a chiedere l’intervento di Rega e il suo commilitone Andrea Varriale quella tragica notte del 25 e 26 luglio 2019 a Roma, quando i ragazzi gli rubarono lo zaino. Testimone del brutale omicidio, il 49enne fornì un contributo decisivo per ricostruire la dinamica.
Quella furia sotto ai suoi occhi, raccontano i residenti del condominio in cui abitava, lo aveva segnato, si sentiva in colpa: “Negli ultimi tempi era sempre taciturno -hanno dichiarato -. Ci raccontava che quanto era accaduto quella notte, quando venne ucciso Mario Cerciello, lo aveva provato molto e ne sentiva ancora il rimorso“.
Dichiarazioni da lui stesso pronunciate in aula: “Mi sento in colpa, dovevo morire io al posto suo. In aula ho detto che se non ci fosse stato Cerciello, sarei andato da solo, avrebbero ucciso me e oggi non sarei qui a parlarvi – ha detto il 26 giugno del 2020 all’uscita dal Tribunale –
Non avevo mai visto né Cerciello né Varriale né i carabinieri intervenuti. Accompagnai i due carabinieri sul luogo dove doveva avvenire la restituzione dello zaino ma rimasi, come da disposizioni, vicino all’auto. Poi ho sentito urla di dolore e una voce che diceva ‘fermati‘”.