“Hanno trovato i suoi resti”. Dopo anni di ricerche si scrive la parola fine alle speranze
Il terreno smosso per bonificare il sottobosco martoriato dalle fiamme sulla Maiella, tra Lettomanoppello e Serramonacesca, ha restituito le ossa e gli effetti personali di Franz Ferrante, l’avvocato di Pescara, 49 anni scomparso due anni e mezzo fa, proprio nella zona di Serramonacesca.
C’era il documento di identità nello zaino trovato dai vigili del fuoco e dai carabinieri forestali del reparto parco che sulla montagna, nella zona sotto Passolanciano, stanno lavorando ormai da quattro giorni. I Carabinieri hanno contattato il padre di Ferrante, al quale sono stati mostrati gli effetti personali del professionista e lui li avrebbe riconosciuti. Lo cercarono a lungo in quello spazio di montagna:
Ferrante nella notte tra il 9 e il 10 marzo 2019, era uscito di casa, un appartamento di via Monte Siella in cui viveva con il padre, Walter, ed aveva fatto perdere ogni traccia. L’ultima volta la sua presenza, grazie alle telecamere di videosorveglianza, fu segnalata mentre era in auto, una Nissan Micra, nel centro urbano di Serramonacesca. Il veicolo poi fu trovato parcheggiato in campagna.
Le ricerche andarono avanti per alcune settimane, prima di essere sospese. Ferrante era un alpinista esperto e uno sportivo: spesso si allontanava per delle full immersion nella natura, da vero appassionato, ma non mancava mai di dare al padre un riferimento. I soccorritori e i carabinieri, territoriali e forestali, lo cercarono utilizzando ogni mezzo e ogni tecnologia a disposizione: droni, elicotteri, e poi cani molecolari e sommozzatori, pensando che potesse essere scivolato nell’Alento. Nulla.
L’unico elemento a disposizione quella macchina lasciata nella zona dell’eremo di Sant’Onofrio. Le ricerche furono interrotte dopo un mese, nei primi giorni di aprile: non si è mai trovata una ragione per quella che è stata considerata una fuga volontaria. D’altra parte però, c’è la possibilità che, nell’affrontare una delle sue camminate solitarie, Ferrante sia stato colpito da un malore e sia morto senza riuscire a chiamare i soccorsi.
Intanto con un’azione combinata tra mezzi aerei e intervento da terra vigili del fuoco, esercito, carabinieri forestali e protezione civile stanno riuscendo a circoscrivere l’incendio che ormai da quattro giorni aveva ripreso vigore. Un altro fronte di fuoco si è però aperto a Castiglione a Casauria, dove dalla tarda serata di mercoledì stanno bruciando cinquanta ettari di terreno, sterpaglie e boscaglia, che i vigili del fuoco hanno circoscritto lavorando tutta la notte per evitare che le fiamme si avvicinassero alle abitazioni. In mattinata è arrivato anche il supporto di elicotteri e canadair.