Il noto conduttore Tv massacrato di botte: ricoverato in ospedale
Le foto a fine articolo. Di una cosa è certo il Fabrizio Nonis, noto conduttore tv, allo stadio di Verona non ci tornerà più. Il ricordo del pestaggio avvenuto venerdì all’esterno del Bentegodi, al termine della partita Hellas-Inter è ancora vivido, così come i lividi e i segni che lui e suo figlio portano sul corpo a causa delle botte ricevute da un gruppo di ultras.
Li hanno aggrediti a pochi metri dalla loro auto mentre tentavano di tornare a casa. Nonis li ha definiti “quindici minuti di terrore”, che sono finiti solo quando un anziano, forse insospettito, si è avvicinato per chiedere cosa stesse accadendo.
Pochi secondi dei quali il gastronomo che ha alle spalle numerosi programma tv ha approfittato per rimettersi in macchina e fuggire: “Abbiamo fatto qualche centinaio di metri, poi ci siamo fermati e ho chiamato il 118 – ha raccontato in un’intervista rilascia a Corsera a quasi due giorni da quell’aggressione per la quale ha sporto denuncia –
Volevano picchiare per fare male, hanno lasciato stare chi si allontanava dallo stadio in gruppo e hanno beccato due persone non con corporatura robusta che passavano per strada. La nostra fortuna è stata quella di non reagire. E praticamente nessuno è intervenuto in nostro soccorso”.
Secondo quanto raccontato da Nonis infatti, il branco li avrebbe seguiti e poi accerchiati al termine della partita che si è disputata venerdì sera al Bentegodi tra Hellas e Inter. Padre e figlio, tifosi nerazzurri, si stavano recando verso il parcheggio quando un gruppetto di tifosi della squadra avversaria li ha seguiti e poi dopo aver chiesto per quale squadra tifassero li ha aggrediti:
dieci, quindici minuti di violenza inaudita per Nonis che è stato buttato a terra e colpito con calci e pugni al volto e sul resto del corpo. E così il figlio 22enne sbattuto sul cofano dell’auto e poi malmenato. Una volta giunti al Pronto Soccorso sono stati visitati e al conduttore televisivo è stata riscontrata la perforazione del timpano. La ricostruzione dell’episodio e le relative indagini sono ora affidate agli agenti della Digos.