Non si pagherà più in bolletta: così cambia il canone Rai
Il canone Rai inserito all’interno della bolletta elettrica? Si tratta di un onere improprio, e di conseguenza potrebbe essere presto tagliato fuori. Anche questo argomento sarà affrontato dal governo giovedì, quando il consiglio dei ministri si riunirà per discutere del disegno di legge sulla concorrenza.
L’intenzione dell’esecutivo è infatti quella di rispettare gli accordi presi con Bruxelles tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel contratto inviato all’Unione europea l’Italia, come ricordato da il Messaggero, si impegna a cancellare l’obbligo per le compagnie che vendono elettricità di “raccogliere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate con l’energia”. Fra queste, dunque, anche il canone della Rai. Una novità non da poco per i consumatori.
I costi del canone
Fu Matteo Renzi, varando la legge di Stabilità (2015), ad inserire il pagamento del canone nalla bolletta elettrica, così da arrestare l’evasione della tassa sulla televisione pubblica. Una decisione che ha naturalmente comportanto un incremento dei costi della fattura sull’energia: si parla di 9 euro al mese per 10 mesi (90 euro all’anno complessivi). La riforma del leader di Italia Viva, dunque, potrebbe presto essere smantellata. Si ipotizza addirittura un iter parlamentare dedicato, nel caso in cui la legge sul canone non rientri nel provvedimento allo studio del governo.
All’interno della bolletta sull’energia elettrica, inoltre, sono presenti anche altri oneri improri, come ad esempio le misure di compensazione territoriale, la messa in sicurezza del nucleare, il sostegno alla ricerca di sistema oppure le agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario. Non è ancora chiaro come intenda muoversi l’esecutivo. È certo però che il disegno di legge, stando agli impegni presi con Bruxelles, deve essere approvato entro questo mese, con adozione definitiva a partire dalla fine del prossimo anno.
La reazione di Usigrai
Non si è affatto attendere la reazione dell’Unione sindacale giornalisti Rai. “La discussione sul canone in bolletta dimostra che non esiste futuro per la Rai se non si risolve la questione della certezza delle risorse. Come è noto, non abbiamo né totem né tabù: quello che ci interessa è che finalmente il Servizio Pubblico abbia risorse certe, di lunga durata, autonome e indipendenti. In modo da poter fare un serio piano industriale, senza dipendere anno per anno dal governo di turno”, si legge nella nota ufficiale, pubblicata da AdnKronos. “Non è una nostra pretesa, ma un preciso obbligo in capo allo Stato, sancito dal Contratto di Servizio. Oltre che un pilastro di tutte le indicazioni europee sulla libertà dei Servizi pubblici radiotelevisivi e multimediali. Ricordiamo infine che pendono ancora davanti al Consiglio di Stato ben 3 ricorsi sul taglio di 150 milioni imposto nel 2014”.