Pass vaccinale obbligatorio: parte il pressing sul governo
La Francia sarà il primo Paese europeo a introdurre l’obbligo di essere vaccinati per poter salire sui treni o entrare nei luoghi di socialità. Al Ministero della Salute studiano di imitare Macron
L’Italia potrebbe imitare la Francia e imporre il pass vaccinale per salire sui treni o entrare al cinema e nei ristoranti. Il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato che dal 21 luglio, “in tutti gli eventi o luoghi in cui sono riunite più di 50 persone” sarà obbligatorio mostrare il documento che attesta l’avvenuta vaccinazione o un tampone negativo per tutti i cittadini francesi con di più di 12 anni. E ora la questione sembra essere arrivata anche al Ministero della Salute.
“Buona soluzione”
“Green Pass per ristoranti o trasporti? Sarebbe buona soluzione”, ha affermato il commissario Francesco Paolo Figliuolo intervistato dal Tg2 e commentando la notizia arrivata dalla Francia. “La vaccinazione è una delle chiavi per il ritorno alla normalità. Per quello che mi riguarda, specie per convincere quelli che possono essere gli ultimi irriducibili, utilizzare il green pass per l’accesso ai servizi (come ristoranti o trasporti, ndr) potrebbe essere una buona soluzione”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Pd: lo chiede la deputata Alessia Morani, favorevole ad estendere il green pass a tutti i luoghi di socialità come deciso in Francia da Macron. “Dobbiamo farlo anche in Italia: questo provvedimento – afferma Morani – è ineludibile se vogliamo sconfiggere davvero la pandemia. Green pass per tutte le attività che prevedono la ‘socialità”. La Morani sottolinea come sia importante completare il piano di vaccinazione “cercando di convincere anche chi al momento non è intenzionato a immunizzarsi”.
Parte il pressing sul governo
La decisione francese è stata molto apprezzata anche dal consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi, che ha già suggerito al Ministero della Salute la possibilità di rendere vincolante in Italia il green pass, non solo per gli spostamenti ma anche per altre attività. Al momento, dalle parti di Lungotevere Ripa fanno sapere che “sono in corso valutazioni complessive su tutti gli aspetti di controllo della pandemia, e l’utilizzo del green pass è uno di questi”.
“Preveniamo discriminazioni”
Si può seguire l’esempio francese, a patto di non discriminare nessuno per salvare le vacanze estive e l’economia e per scongiurare una ripresa esponenziale dei contagi: è questo il pensiero della presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, che ha aggiunto come sia giusta l’esclusione del pass “per attività abituali come andare al ristorante, in un negozio o sul luogo di lavoro, o la richiesta di idonee garanzie per prevenire discriminazioni nei confronti di chi, per motivi clinici, non può sottoporsi alla vaccinazione. Evitiamo dunque di compromettere l’avvio della stagione turistica a causa della consueta babele di norme e di eccezioni che bloccano tutto”, riporta AdnKronos. Per il governatore veneto, Luca Zaia, è quindi importante avere norme chiare e uniformi. “Noi lo facciamo in linea con le scelte nazionali, ha detto, “In Baviera se vai a prendere il caffè al bar, ti devi registrare su un modulo così se il barista, ad esempio, dovesse essere positivo nel giro di qualche giorno ti avvisano. Dobbiamo realizzare una regola uguale per tutti, è come svuotare il mare con un secchiello. Non è che facciamo le norme in Veneto e il nostro dirimpettaio vive come se non ci fosse un domani”. Alla possibilità del green pass per accedere a ristoranti, caffè e trasporti come in Francia “saremo sicuramente favorevoli”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a margine della presentazione dei provvedimenti della Regione riguardanti il mercato del lavoro, con specifiche misure relative alla formazione per le nuove assunzioni e agli incentivi occupazionali. “Noi stiamo andando molto bene in questi giorni anche con le vaccinazioni: in questi giorni abbiamo superato le 100mila – ha continuato – A Roma mi sembra che ci sia una riunione con il garante della privacy perché pare esistano problematiche di questo genere”.
I virologi in coro: “Ben venga anche da noi”
Favorevole all’esempio francese è Matteo Bassetti, direttore dellla Clinica Malattie Infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova. “Guardiamo e impariamo. Nel calcio siamo campioni d’Europa e nella gestione della pandemia e del green-pass? Non ci saremmo nemmeno qualificati”, ha scritto sul proprio profilo Facebook. Non c’è più tempo di perdere tempo e bisogna far capire ai no vax che vaccinarsi è fondamentale per bloccare la variante Delta: è questa la sintesi del pensiero Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di Medicina personalizzate che sempre ad AdnKronos ha dichiarato che una vaccinazione “fai da te, opzionale e arbitraria, mi sembra oramai davvero fuori logica e soprattutto inutile perché lascia aperte autostrade di criticità nel tempo della presunta fine epidemia. Non è più tempo di discutere sul ‘vaccino sì o vaccino nò, proprio perché nel momento dell’auspicata ripartenza la variante Delta rischia di farci perdere il vantaggio parzialmente acquisito. Ecco perché non è bizzarra la soluzione decisa dal governo francese di estendere l’obbligo della vaccinazione a chi deve affrontare un impatto turistico, sociale e professionale”.
“Bella idea, quindi ben venga anche da noi”, ha affermato il virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all’Università Statale di Milano, che promuove a pieni voti la decisione della Francia di introdurre l’uso del Green pass per accedere a bar, ristoranti, trasporti e tutti gli eventi con più di 50 persone. “Io credo – dice il virologo ad Adnkronos Salute – che sia l’elemento per facilitare un’adesione al vaccino. È un modo – sottolinea il medico – per riuscire a contemperare una convivenza civile col virus”. Green pass “importante così sappiamo se la persona con cui abbiamo a che fare ha la sua bella doppia vaccinazione” e quindi se la possibilità d’infettarsi è minima: lo ha detto Massimo Ciccozzi, Direttore Unità epidemiologica Università Campus Bio Medico di Roma, intervenuto su Nsl radio. “Sappiamo benissimo, e occorre essere molto chiari, che nel caso di infezione il vaccino toglie i sintomi della malattia, evita l’ospedalizzazione e la terapia intensiva, che non è poco”.
Cosa può cambiare in Italia
Quanto affermato da politici e virologi, però, rimane soltanto opinione (al momento): aualche novità potrebbe però arrivare a stretto giro visto che tra la fine di questa e l’inizio della prossima settimana un tavolo tecnico verrà convocato per analizzare l’attuale quadro epidemiologico che vede crescere la presenza della variante Delta. Come riporta l’Huffington Post, le Regioni chiedono una revisione dei parametri che tenga conto di questo nuovo elemento e la revisione dei parametri per le zone gialle, estendendo il limite per la zona bianca dagli attuali 50 a 150 casi ogni 100mila abitanti per evitare nuove restrizioni durante il periodo estivo preservando così le attività turistiche. Il green pass, a questo punto, potrebbe essere anche più “stringente”: sarà attivo a partire dai 15 giorni dalla prima somministrazione o il suo rilascio avverrà soltanto dopo la seconda dose? L’unica cosa quasi certa è che l’attuale strategia di attesa del governo Draghi non potrà ancora durare a lungo.
Nel frattempo, il mondo delle imprese si divide. “L’Italia non sia indecisa e segua l’esempio di altri Paesi europei: per il nostro settore il momento è estremamente delicato, e l’accenno di ripresa della ristorazione deve essere consolidato”, afferma Luigi Scordamaglia, consigliere delegato. “Dobbiamo evitare di ricorrere a nuove restrizioni che decreterebbero la morte del settore e innescherennero una crisi dei comparti collegati, primo fra tutti quello agroalimentare, che nell’ultimo anno ha subito perdite gravissime, fino al 40% per alcune filiere, formaggi, salumi e vino in primis.