Libia, Toni Capuozzo umilia Federica Mogherini: “Chiamate Vladimir Putin, altrimenti…”

La situazione in Libia è sempre più vicina allo scoppio di una guerra civile, con le truppe dei ribelli ormai vicine all’assalto finale di Tripoli. Secondo il giornalista Toni Capuozzo non restano molte alternative per una soluzione efficace se non quella di coinvolgere la Russia e quindi Vladimir Putin. A tremare il governo di Serraj, l’unico riconosciuto dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea, a differenza del regime di Tobruk vicino al generale Haftar

Non è vero, secondo Capuozzo, che lo scenario sia simile a un inferno, perché le dinamiche in gioco sono molto più razionali di quanto si immagini “chi governa la Libia governa un forziere di petrolio. Il governo centrale, quello di Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, è stato ed è la controparte cui l’Italia si rivolge. Ma è un governo debole, che ha bisogno dell’appoggio di milizie variopinte ed è contestato dal governo di Tobruk, dal generale Haftar. La Francia ufficialmente preme per tenere elezioni a dicembre, l’Italia obietta che non ci sono le condizioni. La Francia, ufficiosamente, considerata la debolezza di Serraj, guarda con favore ad Haftar. E forse anche l’Italia sta giocando su più tavoli, non potendosi permettere di affondare con Serraj: le visite al Cairo di almeno tre esponenti del governo, gli incontri con Al Sissi – grande sponsor di Serraj – confermerebbero che davanti allo spregiudicato Macron, spregiudicato e mezzo”.

L’aspetto che più preoccupa Roma e gli italiani sono gli effetti sui flussi migratori dopo il possibile crollo del governo di Tripoli: “Facile prevedere un via libera generale, e una ulteriore difficoltà nei respingimenti. L’Europa, con tutte le sue missioni in mare, è un fantasma passivo, Macron gioca la sua partita, l’ONU è senza idee, gli USA distratti e scottati. Forse l’unica via d’uscita – e l’unica traccia per l’Italia – è coinvolgere Putin. Se no, Mogherini e Guardia Costiera, e auguri. Ai civili libici, ai migranti, e a noi stessi”.

In serata la notizia di un accordo per il cessate il fuoco “raggiunto” sotto l’egida dell’inviato dell’Onu per la Libia, Ghassan Salamé.

 

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