“Con quel vestito”. Chiara Gualzetti sarà sepolta così, la decisione commovente di papà Vincenzo
Domani sarà il giorno dell’addio per Chiara Gualzetti. In queste ore è stata allestita la camera ardente della 16enne uccisa da un coetaneo domenica 27 giugno a Monteveglio, nel bolognese. Un lungo via vai di persone ha affollato la chiesa dove Chiara riposa mentre si scava nel passato del ragazzo che l’ha uccisa. Il sedicenne viene descritto dal gip del Tribunale per i minorenni come senza scrupoli, senza freni inibitori e privo di ravvedimento. Il giudice Luigi Martello sottolinea appunto la “mancanza di scrupoli, di freni inibitori, di motivazioni e segnali di resipiscenza”.
Come emerge “dal tenore dei messaggi vocali inviati a un’amica subito dopo i fatti”. Tre incontri con uno psicologo fatti e una visita con un neuropsichiatra rimasta solo fissata in calendario, quando ormai sarà troppo tardi per evitare l’omicidio di Chiara Gualzetti. Il ragazzo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, nell’ultimo periodo aveva manifestato segnali di disagio che avevano portato la famiglia a farlo seguire da uno psicologo. Il quale a propria volta, dopo averlo incontrato, aveva suggerito di rivolgersi a uno specialista.
Il ragazzo, tra le altre cose, utilizzava spessissimo delle lenti a contatto rosse, come a voler immedesimarsi in un personaggio di una serie Tv. Parliamo di ‘Lucifer’, a cui ha anche accennato negli interrogatori, durante i quali ha raccontato di una “presenza demoniaca” che lo spingeva alla violenza. Un elemento preponderante nella confessione ribadita anche ieri davanti al Gip del tribunale per i minorenni. Unita al fatto che si è detto infastidito dalle avances di Chiara Gualzetti, che lui non corrispondeva.
Una storia terribile sulla quale, in attesa che venga fatta piena luce, cala un triste e doveroso silenzio di pianto e dolore. Papà Vicenzo, straziato dal dolore per la morte della figlia, ha deciso di vestire Chiara Gualzetti per il suo ultimo viaggio terreno con un un abito medievale. “Per l’amore e la passione”, dice papà Vincenzo, che aveva per la storia e le rievocazioni storiche e per l’attività del tiro con l’arco.
Così mentre in sottofondo, tra le lacrime della camera ardente, scorrono brani che Chiara Gualzetti amava ascoltare. In particolare la Donna Cannone di De Gregori, e Pino Daniele, dice la mamma Giusi: “Lei era nata a Bologna, ma sentiva molto il legame con Napoli”, la terra d’origine dei genitori.