E’ lei Denise? Piera Maggio e l’avvocato Giacomo Frazzitta rompono il silenzio
A picconare le certezze del magistrato Maria Angioni su Denise Pipitone (“È viva, sposata, madre di una bambina e ignara di tutto”) è l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio.
La notizia di cui parla l’ex pm, il primo a indagare sulla scomparsa della bambina e oggi giudice del lavoro a Sassari, proverrebbe da un ex detenuto di origini maghrebina, che Frazzitta definisce senza giri di parole, “un mitomane”.
Uno dei tanti personaggi che compaiono da un decennio sulla scena. Segue la cronaca e ogni qualvolta si torna a parlare con insistenza di Denise Pipitone, “introduce elementi nuovi”. Se è lui la fonte delle notizie, dice Frazzitta, allora bisogna stare alla larga dalle sue dichiarazioni. Dalle parole dell’avvocato non sembra esserci dubbio alcuno che la pista di cui parla Angioni parta dal maghrebino anche se Frazzitta sostiene di non avere ricevuto atti da Angioni.
Tra di loro, però, ci sarebbe stata un’interlocuzione. I vecchi racconti, quelli iniziali, furono controllati e smentiti. Frazzitta taglia corto: “Tutti coloro che il 1° settembre raccontano che raccontano che Denise si trovava in altre città a noi non interessano perché Denise Pipitone fino alle 11:36 di quel giorno era a Mazara del Vallo”:
Perché Angioni si esprime con parole di certezza? “Magari l’ex pm non è al corrente di chi si tratta. Invitiamo tutti – giornalisti, magistrati o avvocati – alla massima cautela nel momento in cui si diffondono notizie che possono essere infondate o contenenti elementi non riscontrati o non riscontrabili e che possono costituire un ostacolo al lavoro della Procura di Marsala”.
Ed ancora: “Non vediamo tuttavia la necessità – aggiunge il legale che non ha apprezzato l’uscita di Angioni – di fornire informazioni particolarmente dettagliate, frutto o meno delle indicazioni di un mitomane o che dovessero anche risultare fondate, perché ancora al vaglio della magistratura”. Il legale stigmatizza infine le dichiarazioni dell’ex pm “anche perché provenienti da un magistrato che nella sua
funzione potrebbe avere un canale privilegiato con i suoi colleghi”.