Mamma e figlia morte impiccate: parla il testimone
Domani sarà dato l’incarico al medico legale. E si spera che le autopsie possano essere effettuate in giornata. O, almeno, entro questa settimana. I corpi di Mariolina Nigrelli e Alessandra Mollica, sua figlia 14enne, sono al Policlinico di Messina in attesa che vengano fatti gli accertamenti. Trovate morte, impiccate entrambe, in una casa di campagna in contrada Farcò, a Santo Stefano di Camastra, nel Messinese.
Per il momento, la dinamica ricostruita è quella che gli investigatori hanno immaginato appena hanno messo piede nell’abitazione, nella serata di sabato: un omicidio-suicidio. Sul tavolo, nell’unica stanza dell’immobile, una lettera di una pagina, scritta a mano, firmata da Mariolina Nigrelli, dal contenuto piuttosto esplicito. La procura di Patti, che indaga sul fatto, non si sbilancia. Non si seguono ipotesi preconcette, ci tengono a spiegare a Fanpage.it, ma tutte le strade restano aperte.
Gli accertamenti tecnico-scientifici dei prossimi giorni saranno fondamentali per chiarire cosa è accaduto. Maurizio Mollica, lavoratore instancabile e stimatissimo nel piccolo paese che si affaccia sul mare, è stato sentito dagli inquirenti per diverse ore, sabato. Le sue dichiarazioni attendono verifiche, ma il suo coinvolgimento per il momento pare escluso. Così come viene smentito categoricamente che l’oggetto delle discussioni con la moglie, l’ultima venerdì sera, avessero a che fare con presunti insulti o atti di bullismo subiti da Alessandra, studentessa modello della III B della scuola del paese. Lì oggi i ragazzi sono stati mandati a casa prima della fine dell’orario scolastico, dopo un’assemblea alla quale ha partecipato anche uno psicologo, per assistere meglio gli adolescenti in questo momento.
“Aveva voti altissimi ed era perfettamente integrata con i coetanei. Era timida e un po’ introversa, ma non aveva problemi coi compagni”, sottolinea a questa testata Valeria Gerbino, vicepreside del liceo artistico regionale Ciro Esposito. La struttura ospita, insieme, medie e superiori. “Conoscevo Alessandra come tutti, qui, era arrivata in prima media e aveva intenzione di continuare con la scuola qui da noi”. Ulteriore elemento, quest’ultimo, che escluderebbe l’emarginazione della ragazza, tanto che avrebbe deciso di proseguire gli studi nello stesso istituto che già frequentava. Però la madre quella paura forse la coltivava. Chi conosceva bene Mariolina dice che “forse era un po’ ossessiva, preoccupata che la bambina potesse essere presa in giro. Ma come si preoccupano tutte le mamme: erano veramente delle persone perbene”.
E col marito qualcuno si spinge a definirli “una coppia modello, sempre abbracciati”. Fidanzati sin da giovani. In via Garofalo, la strada in cui la famiglia abitava al pianterreno di una casa adesso sbarrata, non vuole parlare praticamente nessuno. Una donna si arrabbia di fronte alle telecamere: “Siete degli sciacalli, lasciateci stare nel nostro dolore”, e poi si barrica dietro alle imposte di legno. “Io venerdì sera li ho sentiti litigare – spiega un ragazzo che chiede di non essere ripreso – Lei si era messa a piangere e aveva detto al marito che se lui l’avesse lasciata lei si sarebbe uccisa”. È l’unico a raccontarlo. Gli altri vicini con cui questa testata è riuscita a parlare dicono di problemi normali, comuni a tutte le coppie.
“Quando sarà finito il momento del dolore e del doveroso silenzio – interviene il sindaco stefanese, Francesco Re – Dovremo interrogarci tutti sui motivi di questa tragedia. Quando succedono fatti del genere c’è una responsabilità collettiva”. Quella di non avere “capito o interpretato i segnali di aiuto che possono avere mandato Ale e Mariolina”. Il medico legale sarà chiamato a comprendere le cause della morte. Bisognerà capire, tra le altre cose, se nel corpo di Alessandra ci fossero sostanze in grado di stordirla, per capire cosa sia successo in quella casa prima del ritrovamento dei cadaveri. Anche il quadro psicologico della madre, probabilmente, avrà bisogno di approfondimenti. I post sui social, passati al setaccio in negli ultimi due giorni, raccontano un sentimento cupo. Che però, come sottolinea il primo cittadino, “dovrà essere vagliato dagli esperti, e non dai criminologi dell’ultimo minuto. Questo, per noi, è il momento del lutto”. Sul banco dell’adolescente, intanto, c’è un mazzo di fiori bianchi. E, alla fine dell’anno, la scuola le assegnerà la licenza media alla memoria.