Immigrazione, la giudice Sabrina Avakian: “Chi non ha i soldi del viaggio offre un rene agli scafisti”
La furia cieca dell’illustre flusso migratorio sta travolgendo senza sosta e con inesorabile virulenza il cuore insanguinato dell’oramai “orfano” Eldorado d’Europa: l’Italia! In questo oceano di incertezza, dove ogni sbarco pare essere cintura nera di black humour, abbiamo “interrogato” – con chiaro intento di dissimulare la natura diplomatica dell’Onu, tenendo conto anche del cambio di passo sulle ultime politiche sui migranti intimate a denti stretti e muso duro alla Libia e alla Ue – una delle più controverse e divisive esperte di un’agenzia delle Nazioni Unite. Sabrina Avakian, giudice e criminologa, è anzitutto maestra di provocazione. Ci dice: «I migranti? Nulla li fermerà, né il Covid né il terrorismo, né tantomeno Salvini».
Nel 2017 erano sbarcati in Italia 119,310 migranti irregolari. L’angoscia che l’estate 2021 somigli a quella di quattro anni fa è sempre più reale.
«La “bomba degli arrivi” sta esplodendo. Chi asserisce il contrario dice il falso. Con l’estate gli sbarchi aumenteranno come da copione; d’altra parte l’Italia è destinata a diventare il quarto Paese al mondo per numero di immigrati, sostituendo la Francia nella sua odierna posizione nella graduatoria mondiale (dopo Stati Uniti, Spagna e Regno Unito)».
È insomma il Mediterraneo, il nuovo Rio Grande della storia!
«Sì, ma lo “Stivale europeo” è in pole position. Alla mia domanda, perché proprio l’Italia, gli sbarcati rispondono: “È vicina, è facile arrivarci ed è il sogno nel cassetto”. Poi, però, aggiungono: “Non ci offre servizi, lì tutto è improvvisato, non possiamo integrarci, ce lo hanno detto alcuni amici che vivono a Londra o a Parigi, e che stanno meglio!”».
Dunque per gli “aspiranti” migranti la vera Terra promessa non è il nostro “sperone”.
«Esattamente! I nigeriani mirano all’Inghilterra, malesi e senegalesi puntano alla Francia e al Belgio, etiopi ed eritrei sognano invece gli Stati Uniti, ma hanno le mani legate per anni per via del regolamento di Dublino che blocca gli stranieri nel primo Paese di frontiera europeo che li accoglie all’approdo, in attesa che la loro domanda di asilo venga accettata».
Lo chiedo a lei che lavora per un “ufficio” fortemente terzomondista e immigrazionista: è questa la grande accoglienza?
«Se si accoglie qualcuno è bene che lo si riceva con dignità umana e lo si protegga. Nella nostra Italia bisognerebbe prendere atto che la maggior parte dei migranti sono minorenni (o dicono di esserlo) e che costoro presto o tardi verranno assoldati nel circuito dello sfruttamento sessuale o in quello della criminalità organizzata che li convertirà in pusher, ricettatori, rapinatori o in trafficanti di organi umani, favorevoli a ricongiungimenti familiari veloci in cambio di un rene espiantato».
Nel 2017 ci sono state 16 inchieste aperte dalle procure, in cui le Ong sono state accusate di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. In qualità di esperta di diritti umani, cosa ne pensa?
«Penso che tutte le agenzie delle Nazioni Unite insieme all’UE dovrebbero spendere meglio i soldi, pianificare e investire per creare delle basi solide nei paesi d’origine di queste persone, e non permettere ai libici di condannare a morte gente disperata nei lager».
Circa Lampedusa: “Non solo Covid, ma anche scabbia e tubercolosi negli Hot spot”. Lo denuncia la Lega.
«Aggiungerei pure Aids e tetano. Le donne che partoriscono sulle navi, in seguito agli stupri subiti lungo il viaggio dall’Africa alle coste del Mediterraneo, sono soggette a complicazioni e il personale medico di bordo non è preparato per eseguire parti a ragazze infibulate, praticati peraltro in assenza di strumenti sterili».
Quanto costa il viaggio della speranza?
«Dai 7.000 ai 10.000 dollari nordamericani, o semplicemente un rene o una cornea! Alle volte può infatti capitare che i clandestini non disponendo di sufficiente denaro per pagarsi il trasporto si vedano costretti a vendere “pezzi” del proprio corpo. Chi non ha soldi viene invece ammazzato ed espiantato dei propri organi che verranno rivenduti a 15.000 dollari cadauno (come minimo) nel mercato “rosso” dei trapianti in “nero”. Ad ogni modo questi ragazzini il prezzo più alto lo pagano in torture».
L’Onu è spesso stata definita la grande industria della bontà e le sue missioni il jet-set delle buone intenzioni. A torto o a ragione?
«Se pensa che dietro a moltissimi caschi blu si celano pedofili! Le parole di Rahel, ragazza nigeriana, non lasciano spazio a interpretazioni di sorta: “I trafficanti ci fanno prostituire anche con gli elmetti azzurri, e se siamo infibulate e ancora cucite ci obbligano ad avere rapporti anali pure con loro”».