Autostrade, Travaglio: ‘A furia di insistere, abbiamo imposto il tema del concessionario privato che ingrassa da 20 anni su un bene pubblico’
Marco Travaglio nel suo editoriale di oggi intitolato “Balle percepite” tratta la questione della disinformazione in Italia.
Il giornalista esordisce citando una ricerca del direttore della sezione inglese di Ipsos Bobby Duffy dalla quale è emerso che l’Italia è il Paese al mondo che più distorce i fatti.
Lo studio è stato realizzato su un campione di oltre 50 mila interviste realizzate dall’Ipsos in 13 Paesi negli ultimi cinque anni e i dati raccolti saranno contenuti in The Perils of Perception, il libro che Duffy presenterà il prossimo 6 settembre a Londra.
Il presidente di Ipsos Italia Nando Pagnoncelli ha commentato i risultati della ricerca osservando che uno dei problemi maggiori è “il livello d’istruzione troppo basso, con quel 16,3% di laureati sulla forza lavoro che continua a condannarci al fondo del ranking Ue”.
Travaglio cita queste osservazioni di Pagnoncelli e sviluppa una riflessione partendo dalla tragedia di Genova:
“Soprattutto” scrive il direttore del Fatto Quotidiano, è grave “l’asservimento alla politica e alla finanza dell’informazione che dovrebbe smentire le imposture del potere, ristabilire la verità e dettare l’agenda con la giusta scala di priorità”.
“Prendiamo il crollo del ponte Morandi a Genova,” continua “con 43 morti. Chi, dalle cattedre improbabili del pensiero unico mainstream, punta il dito contro i social populisti come depositari delle fake news dovrebbe rispondere a una domanda molto semplice: cosa avremmo saputo della gestione delle nostre autostrade e dunque delle responsabilità politico-amministrative della catastrofe, senza un paio di quotidiani liberi (fra cui il Fatto) e una moltitudine di siti e social indipendenti? Quasi nulla”.
E ricorda che “nei primi giorni nessun giornalone o grande tg osava nominare i Benetton, preferendo parlare genericamente di ‘Atlantia’ e ‘Autostrade per l’Italia’, come se fossero entità astratte, o idee platoniche. Poi, a furia di insistere, abbiamo imposto il tema del concessionario privato che ingrassa da 20 anni su un bene pubblico senza obblighi né controlli”.
Così, alla fine, “anche gli altri – quelli che a loro volta ingrassano sulla pubblicità e le sponsorizzazioni della nota famiglia trevigiana – hanno dovuto arrendersi e fare quel nome”.
Leggi l’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano…