Luana D’orazio, i risultati dell’autopsia: ecco cos’hanno scoperto
Risucchiata dal rullo del macchinario su cui stava lavorando e deceduta per schiacciamento del torace, sono questi i primi risultati dell’autopsia sul corpo di Luana D’Orazio, la ragazza di 22 anni vittima di un terribile incidente sul lavoro il 3 maggio scorso mentre lavorava in fabbrica in un’azienda tessile di Montemurlo, in provincia di Prato.
L’autopsia, svolta dal medico legale Luciana Sonnellini a cui la Procura di Prato ha affidato l’incarico, ha stabilito che la giovane operaia è stata vittima di un politrauma fratturativo toraco-polmonare. In pratica uno schiacciamento provocato dagli ingranaggi dell’orditoio su cui era impegnata e che l’ha uccisa praticamente sul colpo.
I funerali di Luana lunedì
Luana è stata agganciata e stritolata dal macchinario che in pochi istanti le ha compresso il torace e tutti gli organi interni che sono collassati in pochi secondi portandola alla morte.
L’esame sul corpo della donna svolto alla presenza dei consulenti degli indagati per omicidio colposo, vale a dire la proprietaria dell’azienda e il manutentore, ha confermato dunque quanto era stato ipotizzato in un primo momento. Da verificare ancora l’altra ipotesi secondo cui Luana fosse di spalle al momento della tragedia ma per accertarlo sarà necessario visionare nel dettaglio il video del recupero del corpo da parte dei vigili del fuoco.
La perizia sui sitemi di sicurezza in fabbrica
Con l’autopsia, gli inquirenti daranno ora il via libera alla riconsegna della salma ai familiari della giovane per i funerali di Luana che sono in programma Lunedì alle 15 ad Agliana. Le indagini per accertare l’esatta dinamica dell’incidente mortale intanto proseguono. Ora bisognerà accertare se il macchinario in questione fosse fornito dell’apparecchiatura di sicurezza prevista per evitare simili tragedie.
L’ipotesi accusatoria della Procura toscana che indaga sul tragico fatto, infatti, si muove proprio attorno alla manomissione dei sistemi di sicurezza del macchinario che non avrebbero dovuto permettere l’entrata in funzione con le paratie di sicurezza alzate. Altrettanto importante dunque saranno i risultati dell’altra perizia tecnica sul macchinario che la stessa Procura ha affidato a un ingegnere.