“Scoperto sul luogo dell’incidente”. Luana D’Orazio, gli accertamenti dopo la morte della 22enne
Morte di Luana D’Orazio, secondo i pm sarebbe stata rimossa una grata protettiva. Dopo le parole del sindaco di Montemurlo, Simone Calamai che ha definito la morte della 22enne come una “una tragedia che colpisce tutta la comunità”, la Procura ha aperto un fascicolo. Indagini in corso sulla titolare dell’azienda e l’addetto alla manutenzione del macchinario, mentre si farebbe avanti l’ipotesi di omicidio colposo e rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.
Muore intrappolata in un macchinario per tessere i tessuti, mentre lavorava in una fabbrica tessile a Oste di Montemurlo, in provincia di Prato. La giovane donna di appena 22 anni lascia anche una figlia, di 5 anni, e mentre familiari, amici e colleghi ne piangono la morte, la Procura ha aperto un fascicolo. Si indaga, dunque, sulle cause che hanno portato al decesso. (Continua a leggere dopo la foto).
Sulla tragedia, un comunicato anche da parte di Cgil, Cisl e Uil e Filctem, Femca Uiltec di Prato, dove si legge: “È inconcepibile continuare a morire sul lavoro. È ancor più inaccettabile la morte di lavoratori giovanissimi, oggi di una giovanissima madre. Chiedere sicurezza è come abbaiare alla luna”. La morte della 22enne aprirebbe alcune riflessioni su un tema molto importante, quello della sicurezza sul lavoro. (Continua a leggere dopo la foto).
Si potrebbe essere trattato di un errore umano o di un mancato rispetto delle norme di sicurezza, questa la domanda che attanaglia gli inquirenti che stanno procedendo nelle indagini. L’ipotesi avanzata dalla Procura vedrebbe la possibile rimozione di una saracinesca protettiva, ovvero un meccanismo destinato a prevenire proprio infortuni di questo tipo. Il segretario generale della cisl, Luigi Sbarra si è così espresso su Twitter.
“Una tragedia terribile che ci addolora profondamente la morte per un incidente sul lavoro a prato di un’operaia tessile di appena 23 anni. Un’altra vittima innocente che pesa sulla coscienza di chi non fa rispettare le norme sulla sicurezza sul lavoro. Ora basta!”, queste le parole di Luigi Sbarra; al contempo il procuratore capo Giuseppe Nicolosi spiega: “Speriamo di poter eseguire presto l’autopsia. Siamo al lavoro per capire cosa non abbia funzionato”. Restano sotto sequestro i due orditoi: quello dell’incidente e un secondo uguale per effettuare confronti tecnici.