Concertone, Fedez attacca la Rai e Salvini. E scoppia la bufera
Fedez è salito sul palco della cavea dell’Auditorium parco della Musica come uno dei “cattivi” rapper americani, col berretto calato fin sopra gli occhi e un grande foglio in mano. Non ha fatto un sorriso, ha cantato i due pezzi ma sapeva benissimo che tutta l’attenzione del pubblico a casa era concentrata su quel foglio. Fin dal primo pomeriggio è montata la polemica sul suo discorso che pare la Rai volesse edulcorare per evitare lo scontro politico ma Fedez si è impuntato, ha comunicato ai suoi fan quanto stava accadendo e, non prima che sua moglie facesse l’appello ai milioni di follower che la seguono di seguire il discorso del marito, ha attaccato tutti.
Fedez contro la Rai
Prima la Rai per aver chiesto il testo del discorso, poi Mario Draghi e poi la Lega e Salvini per il ddl Zan. “È la prima volta che mi è successo di inviare il testo di un mio intervento, perché doveva essere messo al vaglio per approvazione da parte della politica, che in prima battuta non c’è stata. O meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei nomi, dei partiti e di edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, un po’ tanto, ma alla fine mi è stato dato il permesso di esprimermi liberamente. Grazie. Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che dico e faccio, sappiate però che il contenuto di questo intervento è stato definito dalla vice direttrice di Rai3 come ‘inopportuno’“, ha esordito il rapper.
La risposta di Rai3
La Rai ha immediatamente smentito le parole di Fedez: “Rai3 e la Rai sono da sempre aperte aldibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo maggio per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta“. La nota stampa, poi, prosegue: “Né la Rai né la direzione di Rai3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto: la Rai mette in onda un prodotto editoriale realizzato da una società di produzione in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, la quale si è occupata della realizzazione e dell’organizzazione del concerto, nonché dei rapporti con gli artisti. Il che include la raccolta dei testi, come da prassi“. Con una successiva nota, è stato precisato che “la nota relativa all’intervento di Fedez al Concerto del Primo maggio è frutto di una precisazione di Rai3, condivisa con l’Ad“.
L’attacco a Mario Draghi
Dal palco del Concertone, Fedez si è quindi rivolto al presidente del Consiglio trattandolo come se fosse un suo amico di lunga data, chiamandolo per nome e dandogli del tu: “Per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario, capisco che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori del calcio e quello dello spettacolo si equivalgono. Quindi, non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da questa emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni 40 e mai modificate fino ad oggi. Quindi, caro Mario, come si è esposto nel merito della Superlega con grande tempestività, sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo“.
Gli attacchi alla Lega per il ddl Zan
Dopo l’affondo su Draghi, Fedez è passato al pezzo più forte, puntando il dito contro la Lega di Matteo Salvini in difesa del ddl Zan, calendarizzato al Senato. Nella sua filippica, realizzata dal palco di un evento musicale e senza contaddittorio, Fedez ha potuto puntare liberamente il dito contro Andrea Ostellari, da settimane nel mirino del cantante: “Due parole sull’uomo del momento, il sonnecchiante Ostellari. Ecco Ostellari, ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare quindi massima espressione del popolo, che è già stato approvato alla Camera, come il ddl Zan può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo. Cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza, vorrei decantarvi un po’ dei loro aforismi“. A quel punto il cantante ha elencato una lunga serie di frasi pronunciate da esponenti della Lega a vario titolo nel corso degli anni.
Quindi, Fedez ha proseguito mettendo l’accento sui fattori prioritari, tra i quali per lui rientra il ddl Zan che, invece, non lo è per la Lega. Ha, quindi, attaccato anche l’associazione ProVita e Simone Pillon, esponente della Lega: “Il presidente dell’associazione Pro-vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe amicone del leghista Pillon in questi mesi è stato la prima voce a sollevarsi contro il ddl Zan. L’antiabortista non si è accorto però che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi cari antiabortisti, caro Pillon purtroppo avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia“.
La risposta di Matteo Salvini
Il leader della lega ha risposto quasi in tempo reale alle accuse di Fedez tramite Facebook: “Adoro la Libertà. Adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così. Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti“. Salvini, poi, conclude: “Il diritto alla vita ed all’amore sono sacri, non si discutono. Per me anche il diritto di un bimbo a nascere da una mamma e un papà è sacro, mentre il solo pensiero dell’utero in affitto e della donna pensata come oggetto mi fanno rabbrividire. Così come, da padre, non condivido che a bimbi di 6 anni venga proposta in classe l’ideologia gender, o si vietino giochi, canti e favole perché offenderebbero qualcuno. Non scherziamo. Viva la Libertà, che non può imporre per legge di zittire o processare chi crede che la famiglia, come anche la Costituzione prevede, sia la cellula, il nucleo, il cuore, il passato, il presente e il futuro del mondo“.
La risposta di ProVita
Anche Jacopo Coghe ha risposto a Fedez: “Davanti al televisore, a casa con la mia famiglia, mi sono imbattuto nel pistolotto di Fedez e ad un certo punto mi sono sentito citato e deriso senza possibilità di contraddittorio. Ma un cantante, può porre in essere questi attacchi personali senza possibilità di contraddittorio?“. Il vicepresidente di Provita, poi, ha concluso: “Nelle sue parole ho percepito una violenza inaudita, tutto questo pagato con i nostri soldi, perché si tratta di servizio pubblico. La Rai non può farsi megafono di una singola voce. È vergognoso oltre che non rispettoso delle regole“.
La polemica sul Concertone
Già nel pomeriggio, Matteo Salvini si era espresso in merito al Concertone del Primo maggio: “Il concertone costa circa 500.000 euro agli italiani, a tutti gli italiani, quindi i comizi ‘de sinistra’ sarebbero fuori luogo“. Un intervento al quale Fedez ha risposto immediatamente: “Io vado al concertone a gratis e pago i miei musicisti che non lavorano da un anno e sul palco vorrei esprimermi da uomo libero senza che gli artisti debbano inviare i loro discorsi per approvazione preventiva da voi politici. Il suo partito ci è costato 49 milioni di euro“. La Lega aveva chiesto che non venisse utilizzato il Concertone per fini personali.