“Nessuno sconto”. Willy Monteiro, il giudice boccia la richiesta dei fratelli Bianchi e degli altri due imputati
L’accusa per la morte del 21enne Willy Monteiro Duarte, ucciso a calci e pugni lo scorso settembre a Colleferro era stata cambiata a Febbraio. Agli indagati Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggi la procura aveva contestato l’omicidio volontario. La nuova accusa contestata dalla Procura era contenuta in una nuova ordinanza di custodia cautelare, dopo l’approfondimento delle indagini.
“Tutti gli elementi conducono naturalmente a ritenere – scriveva il gip di Velletri Giuseppe Boccarrato nell’ordinanza che integra e aggrava il provvedimento di misura cautelare – che i quattro indagati non solo avessero consapevolmente accettato il rischio di uccidere Willy, ma colpendolo ripetutamente, con una violenza del tutto sproporzionata alla volontà di arrecargli delle semplici lesioni, avessero previsto e voluto alternativamente la morte o il grave ferimento della vittima”. Continua dopo la foto
E ancora: “Tutti gli elementi confortano senza possibilità di dubbio la qualificazione del fatto in quanto, per la modalità dell’azione, realizzata da più persone coordinate, per la localizzazione e violenza dei colpi, inferti in più parti vitali – si leggeva nell’ordinanza – per le condizioni in cui versava la vittima, colpita alla sprovvista nella prima fase e poi addirittura quando si trovava inerme in terra nella seconda”.
Ad avvalorare l’accusa più grave dell’omicidio volontario, per il gip, anche le dichiarazioni dei testimoni. “Gli informatori sentiti nel corso delle indagini confermavano che Willy veniva aggredito nonostante fosse del tutto estraneo alla discussione in corso tra Belleggia e gli amici di Zurma, sicché i quattro indagati nel colpirlo e infierendo con crudeltà su un ragazzo inerme, erano animati semplicemente – sottolineva il gip – dalla volontà di dimostrare la forza del proprio gruppo”.
Oggi il giudice ha deciso che gli imputati non potranno accedere al rito abbreviato. La richiesta era stata avanzata dai legali degli imputati, che avevano tentato la carta del rito che permette, rinunciando al dibattimento, di accedere allo sconto di un terzo della pena. Una possibilità che non è però prevista per i reati gravi come quello di omicidio volontario, di cui i quattro sono accusati. Il giudice per l’udienza preliminare di Velletri ha respinto la richiesta, giudicandola inammissibile.