Coprifuoco, la brutta notizia per gli Italiani
Sciolto il nodo sulla scuola, l’unico tema su cui sembra non esserci accordo tra le Regioni e il governo resta quello del coprifuoco. Ma sulla questione l’esecutivo resta inflessibile e, almeno per il momento, il coprifuoco resta alle 22.
Nessuno spostamento in avanti di un’ora quindi, come confermato anche dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, a cui ieri è stato comunicato che non ci saranno cambiamenti e che solo “piano piano le misure saranno allentate”. Altra conferma arriva questa mattina dal ministero per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, che assicura che non ci sarà oggi, durante il Consiglio dei ministri che approverà il nuovo decreto Covid, “la discussione sul coprifuoco, che rimarrà alle 22”.
Perché il coprifuoco resterà alle 22
A spiegare perché il coprifuoco alle 22 non si tocca è la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini: “Il coprifuoco evoca brutte cose, in tutti noi c’è la volontà di superarlo, ma ci vuole gradualità per non consentire al virus di ripartire. Abbiamo proposto le ore 22 perché abbiamo ascoltato il Cts.
Il Governo è fiducioso che i comportamenti corretti ci porteranno a passare dalle 22 alle 23, poi alle 24 per poi toglierlo, ma non mi sento di dare tempi”. La linea del governo viene condivisa anche da Nicola Zingaretti: il presidente della Regione Lazio è uno dei pochissimi amministratori locali a non chiedere lo spostamento alle 23: “Se il punto di equilibrio del governo, che prevede aperture e possibilità di cenare all’aperto, indica le 22, credo sia la scelta giusta”, afferma a 24 Mattino, su Radio 24.
Chi vuole spostare il coprifuoco alle 23
La richiesta di spostare il coprifuoco alle 23 viene da giorni ribadita dalla Lega e dal suo segretario, Matteo Salvini. Ma anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, continua a sottolineare – questa volta ospite di Radio Anch’io, su Radio 1 – che “un’ora in più darebbe la possibilità di usufruire meglio dei servizi che abbiamo deciso di riaprire e contestualmente credo non pregiudichi nulla dal punto di vista dei contagi”. Per Costa si tratta di una “riflessione di buonsenso” da aprire.
C’è poi il fronte delle Regioni: quasi tutti i presidenti chiedono di portare alle 23 il coprifuoco. A chiederlo a gran voce è il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ai microfoni di Radio Capital: “Sul coprifuoco c’è un’interlocuzione con il governo. La Conferenza delle Regioni propone, misura assolutamente responsabile, l’ampliamento di un’ora, fino alle 23, per permettere alle attività, nei limiti delle regole, di avere un minimo di respiro”. A lui si accodano anche presidenti dell’area di centrosinistra, come Stefano Bonaccini dell’Emilia-Romagna: “Avrei preferito una flessibilità arrivando al coprifuoco alle 23 anziché alle 22, se ci si trasferisce tra comuni per andare a cenare il rischio è che uno alle 21 debba aver già terminato per rientrare a casa”, afferma a Sky Tg24. Anche Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, si dice a favore del coprifuoco alle 23.