Mascherine, Domenico Arcuri indagato: nel mirino le provvigioni per 72 milioni di euro
Dopo settimane di indiscrezioni, ora la conferma: l’ex commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri è stato iscritto sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma per peculato. L’inchiesta riguarda le accuse contenute nel fascicolo sulle maxi forniture di mascherine cinesi da 1,25 miliardi di euro ed era stata anticipata in mattinata dalla Verità.
Secondo quanto si apprende, il reato di peculato sarebbe contestato anche ad Antonio Fabbrocini, che è stato uno stretto collaboratore di Arcuri e il responsabile unico del procedimento per l’acquisto di 801 milioni di mascherine da tre diversi consorzi cinesi. Per l’acquisto in questione, secondo la procura gli intermediari hanno incassato provvigioni per 72 milioni di euro (finendo indagati per traffico di influenze).
Arcuri da par suo aveva sempre negato di essere a conoscenza delle maxi-commissioni, sostenendo invece attraverso il suo ufficio stampa di essere stato “oggetto di illecite strumentalizzazioni” da parte degli intermediari. Ma sul caso, ora, la procura vuole vederci chiaro.
Già a novembre la Procura aveva iscritto sul registro degli indagati Arcuri e Fabbrocini, ma dopo qualche settimana aveva chiesto l’archiviazione della loro posizione. Ma dopo le ultime e recenti scoperte, ecco che si riprende ad indagare sul commissario dei disastri, sostituito da Mario Draghi ancor prima della scadenza con il generale Figliuolo.