“Li hanno arrestati”. Succede anche questo nell’Italia delle misure Covid. Tutti giovanissimi
Hanno fatto in poco tempo il giro del web le immagini della maxi rissa di Gallarate (Varese) dell’8 gennaio scorso: un centinaio di ragazzi si erano dati appuntamento in centro per uno scontro tra gruppi rivali. Gli agenti della Polizia di Stato di Varese stanno eseguendo 17 provvedimenti cautelari emessi dal gip di Busto Arsizio e da quello per i Minorenni di Milano a carico di giovani per la maggior parte minorenni, accusati della maxi rissa: un 14enne era rimasto ferito.
Nei giorni successivi all’episodio erano stati individuati una decina di giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni, italiani, albanesi e nigeriani, residenti tra Gallarate, Cassano Magnago e Varese e Malnate, in provincia di Milano. Gli investigatori avevano trovato mazze da baseball, catene e avevano sequestrato un borsone con pietre, mazze e un coltello da cucina. La sfida era stata lanciata sui social. Messaggi di sfida e minacce inviati reciprocamente tramite stories, fino alla resa dei conti. (Continua dopo la foto)
In una nota Ciro Cascone, pm di Milano, ha definito l’episodio “una vera e propria rissa che ha rasentato la guerriglia urbana”. La maxi rissa di Gallarate è stata preceduta da un’altra rissa sempre nel varesotto a Cassano Magnago. È quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura per i Minorenni di Milano, guidata da Cascone. “Emblematica – spiega il pm – la disinvoltura manifestata dai giovani nel porre in essere le condotte violente contestate”, nonché il fatto di aver agito “come un vero e proprio ‘brancò, servendosi anche di armi improvvisate”, ha proseguito il Procuratore, “tutti elementi sintomatici di personalità prive di freni inibitori e facilmente inclini all’uso della violenza”. (Continua dopo la foto)
Secondo gli inquirenti alla “chiamata alle armi” per prendere parte alla rissa, via social hanno risposto in molti. “Alcuni sicuramente animati da intenti aggressivi e vendicativi – ha precisato il pm – altri evidentemente senza neanche sapere il motivo della contesa”, ma “spinti dalla sola curiosità di esserci, sia pure come spettatori”.(Continua dopo la foto)
Nel frattempo è stato disposto dal questore di Varese, Michele Morelli, il ‘Daspo Willy’ a 26 dei trenta giovani indagati per aver partecipato ad una maxi rissa a Gallarate (Varese) l’8 gennaio scorso. In base al provvedimento i 26 giovani non possano avere accesso a locali e negozi nel centro di Gallarate, per evitare che altri episodi analoghi possano ripetersi. La violazione al provvedimento comporta l’arresto con pene da 6 mesi a 2 anni e una multa da 8mila a 20mila euro. Dalle indagini è emerso anche che i giovani rissosi erano pronti ad un “terzo round”.