Un ubriaco entra in un bar e fa una strana domanda al barista

Le barzellette sono una breve storia umoristica progettata per far ridere. Raccontate in vari contesti sociali e comici, le barzellette usano giochi di parole, situazioni assurde, ironia o finali inaspettati per suscitare il riso. Strutturate con una premessa e una battuta finale, sono efficaci nel catturare l’attenzione e portare rapidamente alla risata.

Le barzellette aiutano a gestire tensioni sociali e personali, permettono di affrontare argomenti tabù, criticare le autorità e ridere delle proprie sfortune. Inoltre, raccontarle favorisce la coesione sociale, la comunicazione e l’empatia, rendendo la condivisione del buon umore un fenomeno universale.

La struttura di una barzelletta è semplice ma efficace. Generalmente consiste in due parti principali: la premessa e la battuta finale. La premessa introduce la situazione, i personaggi e spesso un piccolo problema. La battuta finale, o punchline, risolve il problema in modo sorprendente e umoristico. Questo formato compatto mantiene l’attenzione dell’ascoltatore e porta rapidamente alla risata, rendendo le barzellette ideali per ogni occasione.

Le barzellette giocano un ruolo importante nella cultura popolare, fungendo da valvola di sfogo per le tensioni sociali e personali. Attraverso l’umorismo, permettono di affrontare argomenti scomodi, di criticare le autorità o di ridere delle proprie sfortune. Oltre a essere una fonte di divertimento, raccontare barzellette è una forma di legame sociale che favorisce la coesione tra gruppi di persone.

Se in passato, in assenza di Internet e dei social, le barzellette erano raccontate soprattutto a voce negli incontri conviviali, al giorno d’oggi trovano ampia diffusione anche sul web. In queste ore sta spopolando sui social una barzelletta particolarmente divertente su un ubriaco che entra al bar e…

Una sera come tante altre, in un bar del centro, un ubriaco barcolla attraverso la porta, attirando immediatamente l’attenzione degli avventori con la sua andatura instabile e il suo sguardo vacuo. Con voce impastata e un insulto da ubriaco, si rivolge al barista: “Barista, offri a tutti i presenti un drink, versane uno anche a te e dammi il conto”.

Il barista, con un misto di incredulità e professionalità, decide di assecondare la richiesta. Versa un giro di drink per tutti i clienti, riempie il suo bicchiere e poi presenta il conto all’uomo: 57 dollari. L’ubriaco, con un sorrisetto beffardo, ammette: “Non li ho”. Il barista, furioso, perde la pazienza. In un attimo, afferra l’ubriaco, lo schiaffeggia ripetutamente e lo butta fuori dal locale, tra le risate e gli applausi dei presenti.

La sera seguente, incredibilmente, lo stesso ubriaco si ripresenta al bar. Ancora una volta, con la stessa sfrontatezza e un insulto da ubriaco, dice: “Barista, offri da bere a tutti i presenti, versane uno anche a te e dammi il conto”. Il barista lo guarda sospettoso. “Non può essere così stupido da ripetere lo stesso scherzo,” pensa.

Decidendo di concedergli il beneficio del dubbio, versa un altro giro di drink per la casa, riempie il proprio bicchiere e consegna all’ubriaco un conto di 67 dollari. L’ubriaco, con la stessa faccia tosta del giorno prima, dice: “Non li ho”. Il barista va su tutte le furie. Questa volta, lo picchia  e lo butta fuori con una violenza ancora maggiore. Gli avventori, scioccati, assistono alla scena senza intervenire.

Incredibile ma vero, il terzo giorno l’ubriaco si ripresenta. Con un insulto da ubriaco che ormai è diventato una sorta di rituale, dice: “Barista, offri da bere a tutti i presenti e dammi il conto”. Il barista, ormai disgustato, lo guarda con un’espressione di disprezzo. “Cosa, niente drink per me questa volta?” chiede, quasi sperando in un colpo di scena. L’ubriaco risponde, con la massima serietà che riesce a raccogliere: “Tu! Non se ne parla! Diventi troppo violento quando bevi”.

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