Covid, colori delle regioni: chi rischia la zona rossa
Il numero delle regioni in zona rossa sembra destinato ad aumentare. Lunedì 29 marzo, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Puglia, Campania e Toscana saranno in zona rossa. Sotto osservazione anche Valle D’Aosta e Calabria, mentre il Lazio sembra pronto per tornare in zona arancione.
Chi rischia la zona rossa
La Toscana rischia la zona rossa, con un’incidenza intorno ai 250 casi settimanali per 100mila abitanti e la necessità di nuove restrizioni. Nel monitoraggio della Cabina di regia di venerdì si tiene conto della settimana che va dal venerdì al giovedì precedente. L’elenco dei comuni in zona rossa nella Regione continua ad aumentare. Per il momento sono 94 su 273 totali. A rischiare il passaggio in zona rossa anche la Valle D’Aosta, con poco più di 250 nuovi positivi ogni 100mila abitanti.
La Calabria, nell’ultimo monitoraggio dell’Iss, aveva un indice Rt al limite di 1,25, per questo anche questa regione è a rischio. Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Puglia rimarranno probabilmente in zona rossa, perché registrano un numero di nuovi casi superiore alla soglia dei 250 positivi ogni 100mila abitanti. Prima di lunedì 12 Aprile non riusciranno a tornare in zona arancione.
Il Lazio sembra, invece, pronto per tornare in zona arancione. I parametri erano già in miglioramento la scorsa settimana e l’incidenza dei casi è rimasta sotto la soglia di 150. Dopo due settimane di lockdown, potrebbe tornare ad avere meno restrizioni da lunedì 29 marzo. A Pasqua e Pasquetta tutta l’Italia sarà in zona rossa, come previsto dall’ultimo decreto legge approvato dall’esecutivo. Dal 15 marzo al 6 aprile nelle regioni gialle saranno in vigore le stesse regole delle zone arancioni. Le misure della zona rossa si applicheranno in modo automatico nelle regioni con indice Rt superiore a 1,25 e in quelle dove l’incidenza settimanale dei contagi è maggiore di 250 ogni 100.000 abitanti.