Benzina, “un litro su dieci è fuorilegge”: occhio a dove fate benzina, il rischio è dei peggiori
Certe storie sembrano arrivare da un’altra epoca, come alcuni vecchi film in onda la domenica pomeriggio. E così, pratiche illecite che si pensavano nel dimenticatoio riaffiorano come l’olio sulla superficie dell’acqua e confermano che non sempre quello che mettiamo nel serbatoio della nostra auto è “lecito”, frutto di una filiera non “inquinata”. Ieri i finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno scoperto una organizzazione con dentro 21 persone dedite, secondo l’accusa, al contrabbando di benzina e gasolio. Fino a che non è arrivata la finanza a rompere il meccanismo, per farlo hanno utilizzato cinque impianti di distribuzione e cinque autoarticolati per trasportare la merce. Tutto è stato sequestrato insieme a 130mila litri di prodotti petroliferi (di cui la metà è stata donata ai Vigili del Fuoco), mentre i componenti dell’organizzazione sono stati denunciati. Teatro del malaffare Albano Laziale, comune dei Castelli Romani, nonché base di ramificazione del carburante illecito in partenza verso l’Italia tutta. L’indagine, coordinata dalla procura di Velletri, è iniziata grazie ad un normale controllo ad un distributore di benzina. Da qui la scoperta di un “traffico” in nero di carburante non di poche centinaia di litri, ma di 5,2 milioni di litri che, in termini di Iva evasa ed accise, significa 4 milioni di euro sottratti allo Stato, cioè a noi.
FATTURE FALSE
Dietro al giro di “pieni” di benzina e di gasolio c’è un romano che, sempre secondo l’accusa, avrebbe messo su diverse società “cartiere”, di quelle che servono ad emettere fatture per operazioni che non esistono per evadere così il fisco e compiere operazioni sporche. E così, di fattura in fattura, tutte false e poi distrutte per rendere eludere i controlli, il carburante è stato distribuito su e giù per l’Italia per finire nei serbatoi degli automobilisti che di sicuro si saranno fermati qualche volta in quei distributori chiamati “pompe bianche” (senza logo) in cui i rifornimenti risultano assai convenienti. Sono dall’Est Europa. Anche in questo caso accise per un milione di euro sono finite nelle tasche dei protagonisti del giro di contrabbando.
ACCISE PETROLIFERE
Due gli arresti in flagranza di reato, 35 i denunciati (italiani e stranieri), e diversi sequestri: 8 motrici, 15 semirimorchi, 1 distributore clandestino, 345 mila litri di olio minerale e altri beni per un valore complessivo di 1,7 milioni di euro. Anche qui i reati ipotizzati sono contrabbando di gasolio insieme a irregolarità nella circolazione di veicoli per il trasporto di prodotti petroliferi sottoposti ad accise. Proveniente da Slovenia, Ungheria, Austria e Repubblica Ceca in mezzi senza i requisiti minimi di sicurezza, gasolio e benzina venivano poi smistati fino a Catania. Quella del carburante illecito è una settore ghiotto. Basti pensare che facendo (inconsapevolmente) un pieno presso uno dei distributori che eroga carburante affatto pulito, si va a finanziare la camorra, la ‘Ndrangheta, addirittura il terrorismo internazionale, oltre a danneggiare le casse dello Stato. Per capire: l’Unione petrolifera italiana stima che il traffico illecito ogni anno sottragga alla lecita distribuzione qualcosa come 3 miliardi di litri. Un litro di carburante su dieci. In soldi significa una evasione di 4 miliardi di euro tra Iva e accise. E le principali vittime sono i lavoratori onesti. Prima di fare il pieno, pensiamoci.