Giuseppe Conte, der Spiegel svela un report pesantissimo: “Coronavirus, troppi insabbiamenti, sarà il processo del secolo”
Giuseppe Conte ha concluso il proprio mandato a Palazzo Chigi, ma c’è ancora qualche questione da chiarire. A tornare sull’argomento, dopo mesi dall’inizio della pandemia da coronavirus, è Der Spiegel. La rivista tedesca ha pubblicato un lungo report sulla gestione del Covid in Italia. Inutile dire che già dall’incipit si capisce tutto. “Prima è arrivato il virus, poi l’occultamento”, si legge nell’articolo a quattro mani firmato da Jan Petter e Alessandro Puglia. Ma ilprosieguo non è da meno: “Le accuse sono gravi: l’Italia ha reagito troppo tardi e in modo errato alla pandemia. Il Paese è stato travolto, anche perché i piani di crisi erano obsoleti e inadeguati. Gli errori sono stati tenuti segreti. Era per questo che le persone dovevano morire? Genitori, nonni, coniugi?”, è la provocazione.
Poi dito puntato contro l’allora premier e Roberto Speranza: “Giuseppe Conte e il suo ministro della Salute sono già stati interrogati, e da mesi stanno venendo alla luce nuove omissioni – spiegano in riferimento alle indagini avviate dalla procura di Bergamo su impulso dei parenti delle vittime -. Non si tratta più solo di singoli casi tragici, ma di fallimenti fondamentali e di insabbiamenti. L’ufficio del pubblico ministero deciderà a breve se e contro chi sporgere denuncia. Potrebbe essere un processo del secolo”.
Ma non è finita perché il sito online ricorda lo scandalo del piano pandemico mai aggiornato. Lo stesso per cui si è battuto strenuamente Massimo Giletti a Non è l’Arena. “Non era stato aggiornato dal 2006, anche se il governo italiano si è impegnato e ha riferito all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) solo poche settimane prima dello scoppio della pandemia corona che era ben preparato per un’emergenza. Già nel maggio 2020, tuttavia, l’OMS ha affermato: ‘Senza essere preparati a una tale marea di pazienti malati, la prima reazione degli ospedali è stata improvvisata, caotica e creativa’”. Qualcuno dunque dovrà risponderne. E quel qualcuno potrebbe essere proprio Conte.