Regione Lazio, i “venduti” grillini insieme a “quelli di Bibbiano” per spartirsi le poltrone e il vitalizio
Nel Lazio c’è Roma. E a Roma c’è il Papa. Qui i miracoli sono possibili. I grillini odiavano Nicola Zingaretti come una specie di malfattore, adesso lo amano. Combattevano contro i vitalizi degli altri, ora si sono messi in fila per prenderlo pure loro. La rivoluzione che finisce alle soglie del potere. In queste ore stanno trattando alacremente Pd e Cinque stelle per dare un paio di assessorati della regione Lazio ad esponenti dei Cinque stelle, auspicabilmente donne. E in gara sono soprattutto Roberta Lombardi, l’arcinemica di Virginia Raggi, e Valentina Corrado, che ricordiamo come durissima avversaria del governatore. Un tempo.
Zingaretti ha qualche problema. Ha mandato Alessandra Sartore, assessore al bilancio, a fare il sottosegretario all’economia. Pare che sia stata una richiesta specifica del neoministro Daniele Franco, che la conosce e apprezza. Poi, deve far fuori un’altra donna della giunta regionale: Alessandra Troncarelli (politiche sociali), Giovanna Pugliese (turismo), Enrica Onorati (agricoltura). Non solo. Il governatore ha bisogno di un altro paio di poltrone importanti, perché deve sistemare altri due trombati di governo: Alessandra Bonaccorsi – a cui tiene da morire Paolo Gentiloni – e il suo fedelissimo Giampaolo Manzella, rimasti a spasso con l’avvento del governo Draghi. Erano sottosegretari con Giuseppe Conte. Ma la curiosità che balza agli occhi non è solo l’ingresso probabile dei grillini nella giunta Zingaretti, in cui è possibile che la delega al bilancio vada al vicepresidente Daniele Leodori; ci sarà la garanzia che i Cinque stelle non daranno a Roma il simbolo a Virginia Raggi in occasione della campagna elettorale per le comunali. Il Pd non vuole scherzi.
Una o due che saranno, le rappresentanti pentastellate nella giunta regionale avranno comunque una garanzia per il loro futuro, se dovesse mai restare in vigore la regola del doppio mandato e basta. Entrambe godranno di un vitalizio. Basato sulla regole del contributivo, ma sempre a vita sarà, a partire dai 60 anni. Infatti, la Lombardi – se lo riscuoterà – potrà avvalersi sia di quello della Camera che di quello regionale, con quel cumulo su cui tante parole hanno speso nel passato. La Corrado incasserà almeno 1500 euro al mese a vita per le due legislature trascorse alla Pisana, avendo fatto anche lei richiesta di accesso al sistema contributivo.
Qui c’è un dettaglio abbastanza significativo da conoscere. Attraverso alcune norme spalmate in tre leggi, si è reso possibile a chi aveva rinunciato alla nuova forma di vitalizio regionale – è il caso di Zingaretti ad esempio – di potersi vedere riaperti i termini per ripensarci e sanare i contributi versati sia per l’attuale che per la scorsa legislatura. E mentre il governatore non se ne è avvalso, i grillini, che avevano suonato la tromba per dire che avevano rinunciato, si sono messi in fila e hanno dichiarato la loro volontà di intascare la pensione – sia pure ridotta rispetto al passato – per l’onorevole vecchiaia.
La norma base è l’articolo 50 della legge regionale 7/2018 che consente a chi ha rinunciato al sistema previdenziale contributivo di versare quanto dovuto per farsi riconoscere la pensione. Il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo – attuato in omaggio a una norma decisa dal governo Monti – aveva comportato una possibilità di scelta dei consiglieri regionali. Accettare o rifiutare il nuovo sistema (in questo caso con la restituzione dei contributi versati). Essendo scaduto il termine per la decisione sull’opzione da effettuare, in questa legislatura – per far rientrare nei termini i consiglieri che ci avessero ripensato dopo l’orgoglioso no della legislatura precedente – si sono riaperti e poi richiusi i termini.
Manco a dirlo, i grillini si sono tuffati nella nuova opportunità e hanno detto sì all’incasso. Gli otto eroi rimasti nel partito che era contro i vitalizi e che ora potranno accedere ad una pensione da consigliere regionale sono: Silvia Blasi, Valentina Corrado, Francesca De Vito, Roberta Lombardi, Loreto Marcelli, Valerio Novelli, Gaia Pernarella e Devid Porrello. Sono in buona compagnia con la stragrande maggioranza dei consiglieri dei due schieramenti – che però non avevano mai fatto la stessa “battaglia” contro i vitalizi – mentre appena una quindicina tra consiglieri e assessori della giunta Zingaretti vi ha rinunciato. Risultato, assessori e col vitalizio. Quelli di prima e quelli di dopo…