Migranti clandestini dalla Bosnia: trenta indagati per favoreggiamento, tra cui il capo di una Ong
Migranti sulla rotta balcanica: la Procura di Trieste ha aperto un’inchiesta sugli ingressi clandestini in Italia dalla Bosnia. Lo riferisce Il Giornale che dà anche notizia, in un articolo di Fausto Biloslavo, di una trentina di indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, compreso il fondatore di una Ong.
Migranti dalla Bosnia, 30 indagati e 18 misure cautelari
L’indagine ha portato a 18 misure cautelari fra arresti e domiciliari. L’organizzazione che faceva entrare gli irregolari in Italia utilizzava Trieste come base e coordinava gli arrivi trovando alloggio e aiutando i migranti a proseguire verso altre destinazioni.
Migranti, nell’inchiesta è finito il fondatore di Linea d’Ombra
Nell’inchiesta è finito appunto anche il capo di una Ong. Si tratta di Gian Andrea Franchi, fondatore assieme alla moglie dell’associazione pro migranti Linea d’ombra. “Sulla loro pagina Facebook – scrive Il Giornale – un video girato con il telefonino da una straniera mostra una macchina piena di viveri, indumenti e altro materiale di supporto per chi si imbarca nella rotta balcanica. In ottobre erano arrivati a Trieste a dare man forte a Linea d’ombra gruppi di estremisti di sinistra di centri sociali e associazioni venete e trentine. Sui passaggi della rotta balcanica lungo il Carso triestino avevano lasciato alimenti per i migranti con scritte «fuck police». E addirittura imbrattato un rudere inneggiando in inglese «ai fascisti nelle foibe» e dando «il benvenuto ai rifugiati»”.
Il procuratore: chiariremo chi agiva per lucro e chi per scopi umanitari
La sinistra difende la Ong si sono subito levati gli scudi contro «la criminalizzazione» delle Ong. Ma il procuratore De Nicolo spiega al Giornale che «le affermazioni sulla criminalizzazione sono risibili. L’inchiesta serve proprio a distinguere chi ha commesso un reato e chi non ha agito per scopo di lucro. Verrà chiarito se qualcuno non sapeva che dietro al suo impegno umanitario si svolgevano attività illecite. Vedremo più avanti. Le indagini sono in corso».
Franchi, 84 anni: immaginavo che prima o poi sarebbe successo
Gian Andrea Franchi, 84 anni, si dice tranquillo: “Immaginavo – afferma in un’intervista a Il redattore sociale – che prima o poi sarebbe successo. Come associazione aiutiamo tutti, anche i migranti irregolari, tutto quello che facciamo, è quindi sul filo della legalità. Devo dire che l’irruzione alle 5 in casa non è stata piacevole, hanno preso il mio computer e il mio cellulare. Poi mi hanno portato in caserma, preso le impronte digitali e fatto le foto segnaletiche. Sono stato lì due ore. Ma sono tranquillo. Mi dispiace soprattutto che abbiano preso il pc, dove c’è tutto il mio materiale di studio. Io scrivo molto, ultimamente stavo ultimando degli scritti e pensando a un libro. Ecco, che mi abbiano tolto tutto questo mi secca molto. So che ci vorrà tempo prima che me lo restituiscano”.