Astrazeneca dimezza (ancora) le dosi di vaccino. E in Italia quelle che ci sono restano nei magazzini
La Commissione Ue «non smentisce», quindi di fatto conferma. Trova dunque riscontro la prospettiva, emersa da un’indiscrezione giornalistica, che Astrazeneca taglierà le dosi di vaccino destinate all’Ue da 180 a 90 milioni. Vale a dire della metà. Con un impatto enorme sulle campagne vaccinali degli Stati membri. In Italia però emerge anche un dato che fa riflettere: alla data di due giorni fa, solo il 20% delle dosi Astrazeneca già in nostro possesso era stato utilizzato.
La Commissione non smentisce il taglio di dosi Astrazeneca
Il taglio della fornitura Astrazenaca riguarda il secondo trimestre dell’anno, ovvero quello che si aprirà da fine marzo, e si aggiunge ai tagli già annunciati per il periodo in corso. A rivelare gli intenti dell’azienda anglo-svedese è stata l’agenzia di stampa Reuters, citando fonti Ue. Ora un portavoce della Commissione Ue, non smentendo l’indiscrezione, di fatto, la conferma. «Le discussioni con AstraZeneca sul calendario delle consegne – ha risposto il portavoce alla richiesta di una conferma – continuano. La compagnia sta rivedendo il calendario e lo sta consolidando, sulla base di tutti i siti produttivi disponibili, in Europa e fuori. La Commissione si attende una proposta di calendario migliorata».
I precedenti tagli di Astrazeneca
Il nuovo taglio, come si diceva, si aggiunge a quello già messo in atto per il primo trimestre, che aveva dimezzato le dosi da 80 a 40 milioni, dopo un braccio di ferro con la Commissione che si era opposta alla prima ipotesi di decurtazione che avrebbe ridotto le forniture a 31 milioni. Le motivazioni di queste drastiche diminuzioni restano poco chiare. AstraZeneca ha parlato di problemi di produzione. Che però sono rimasti non meglio specificati, mentre anche rispetto al secondo trimestre l’azienda aveva già messo le mani avanti, non fornendo alcuna garanzia.
L’Italia ha usato solo il 20% delle dosi consegnate
AstraZeneca era centrale nel programma dei vaccini Ue, ma i ritardi nelle consegne stanno rallentando i programmi di vaccinazione in diversi Paesi membri, tra i quali l’Italia. Anche da parte nostra, però, ci sono numeri tutti interni che danno da pensare. Secondo i dati delle Regioni, infatti, solo il 20% delle dosi fornite all’Italia entro il 13 febbraio sarebbe stato utilizzato. Si tratta in numeri assoluti di poco più di 110mila dosi su oltre 542mila.
Ancora mancano i sanitari per somministrare il vaccino
Sul perché di questi numeri, che confermano gli enormi problemi della campagna vaccinale in Italia, una spiegazione si potrebbe rintracciare nel fallimento del piano di reclutamento dei vaccinatori. L’ennesimo flop di Arcuri, che a metà dicembre aveva assicurato che ne avrebbe messo in campo 15mila, tra medici e infermieri (rispettivamente 3mila e 12mila) e ad oggi, come spiegato dal Tempo, che ne ha chiesto conto direttamente alla struttura commissariale, è ancora fermo ai «circa tremila» di fine gennaio. «Se la campagna di vaccinazione va a rilento, quindi, non dipende solo dalla scarsità di dosi a disposizione, ma anche dalla mancanza di personale», rileva il quotidiano, offrendo una spiegazione plausibile allo scandalo delle dosi ferme in magazzino.