Vittorio Feltri, l’affondo contro il M5s: “Guardateli in faccia, con o senza Di Battista spazzatura restano”
La risposta del direttore Vittorio Feltri all’articolo di Pietro Mancini dal titolo “Fuga di Di Battista salutare per il premier”
Caro Pietro Mancini, a parte il fatto che la fuga dalla scena grillina di Alessandro Di Battista suscita in me il più totale disinteresse, non afferro quale possa essere l’effetto benefico della sua decisione sul Movimento 5 Stelle e sul governo in via di formazione. Non credo che Luigi Di Maio e Beppe Grillo, sgravatisi del peso del giovane concorrente, siano in grado di galoppare. Sono convinto che continueranno a camminare a fatica sotto il peso del basto della loro insipienza. Quanto a Mario Draghi, suppongo che il suo esecutivo, data la maggioranza caotica che lo supporta, procederà comunque a rilento. Sono persuaso che l’ambientalismo non sia un cavallo vincente, bensì una scocciatura in più per il premier.
Da anni gli ecologisti blaterano senza nulla concludere e ritengo che non siano capaci di fare meglio. Basta guardarli in faccia per intuire di che razza sono, hanno cambiato camicia, da quella rossa a quella verde, eppure rimangono inutili fardelli. Su una cosa tuttavia ti do ragione: le scissioni portano sfiga a chi le compie, ma non giovano ad alcuno. Tu ora dici dei socialisti, i quali negli anni Sessanta si divisero: il Psi da una parte e il Psiup dall’altra. Avevano torto entrambi i partiti. Che infatti non combinarono nulla di buono. Preciso: il primo esecutivo di centrosinistra (non organico) non fu quello di Moro ma quello di Fanfani. Correva l’anno 1962. Che aprì le porte a una alleanza salda tra democristiani e socialisti, la quale determinò una serie di riforme dannose, a partire dalla nazionalizzazione dell’energia elettrica, costata un botto eppure improduttiva poiché non migliorò la situazione. Aveva intuito tutto Malagodi, liberale, che si batté invano per non modificare lo status quo. Lo statuto dei lavoratori redatto da Brodolini fu una schifezza indecente, penalizzò le imprese e ridusse l’occupazione. All’unificazione della scuola media collaborai pure io, facendo parte della commissione nazionale, e me ne sono pentito. Recito il mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
Una riforma più dannosa sarebbe stata impossibile. Le medie furono appiattite mediante l’abolizione del latino e degli studi della sintassi e della grammatica, praticamente ridotte a un prolungamento insipiente delle elementari. Rimpiangemmo subito l’organizzazione di Gentile, genio che conosceva le esigenze dell’istruzione. L’invasione sovietica di Budapest non danneggiò più di tanto il Pci, dal momento che i comunisti allora quanto oggi erano tetragoni e consideravano Botteghe oscure un santuario infallibile. Tutto il resto è acqua sporca. Le solite beghe giudiziarie e politiche che dimostrano la pochezza della nostra democrazia rappresentativa. I pentastellati con o senza Di Battista sono spazzatura. Non ti illudere. Infine una nota: l’ultimo noto scissionista fu Fausto Bertinotti, il quale da una costola del Pci creò Rifondazione comunista che si spense in fretta. La storia insegna tante cose tranne che a imparare da essa comportandosi intelligentemente.