Bettini distilla odio contro Renzi: sicario, pistolero, disperato, non ha futuro…
Goffredo Bettini si sente ed è il grande sconfitto nella partita che ha condotto Mario Draghi all’incarico di premier. Gli rimane una consolazione: avere teorizzato un’alleanza Leu-Pd-M5s di lunga durata e quella tiene. Anche se nel partito già si parla di congresso. Logico che la sua ira si concentri su Matteo Renzi.
Bettini: Renzi è stato il sicario, i mandanti si salveranno
E in un colloquio con Antonello Caporale del Fatto quotidiano Bettini si lascia quindi andare a un linguaggio non proprio garbato. “Matteo Renzi – scrive Il Fatto – è il pistolero, anzi “il sicario” come lo definisce con gli intimi che in queste ore continuano a riflettere sul tempo del cordoglio che il cocciuto Goffredo interpreta invece come la premessa della palingenesi. Dunque Renzi è il “sicario” non il “mandante” da inquadrare invece nel crogiolo dei poteri della società affluente, nel blocco impeditivo, nella trincea extra strong che in Conte vedeva l’ostruzione, l’interdizione, l’estraneità e dunque la pericolosità di chi – entrato in politica per caso – iniziava pericolosamente a prenderci gusto. I “mandanti” si salveranno, “il sicario no”.
Bettini: Renzi ha una cattiva reputazione
E ancora, sempre in riferimento a Renzi: “Ha una così cattiva reputazione che nessuno mai gli depositerà nelle mani un grammo di fiducia. Io lo vedo perso nella sua disperante condizione di non avere un futuro. E chi ne è privo non ha storia da narrare o progetto da scoprire, ha da pestare i piedi solo nella cronaca minuta, l’oggi è già ieri, già dimenticato”.
Intervista smentita, Il Fatto conferma tutto
L’intervista dai toni forti crea imbarazzo. Bettini smentisce: è il frutto – osserva – di una conversazione informale, mai mi sono lasciato andare all’insulto. Ma il giornalista Caporale conferma tutto: “Mi spiace molto che senta di dover smentire un colloquio certo informale ma non fantastico, come sa. Intuisco le ragioni, resta intatta la stima insieme a ogni virgola dell’articolo da me firmato”.
Anche Matteo Renzi non gliele manda a dire, avendo giudicato Bettini, a ridosso dell’incarico a Draghi, uno stratega molto sopravvalutato: la sua strategia era talmente raffinata – è stata la battuta di Renzi – da sembrare inesistente.