Conte: «Non entro nel governo, voi fatelo». Il M5S si spacca, Lezzi e Toninelli: «È un suicidio»


Conte al M5S: tutti dentro. L’esortazione dell’ex premier a non restare fuori dall’ammucchiata e a salire in corsa sul carro del governatore Draghi, arriva come un pugno nello stomaco dei frontisti a 5 stelle riuniti nell’assemblea congiunta di un movimento sull’orlo del precipizio. E che, tra annunci e smentite dei vertici. E mal di pancia della base, rischia di esplodere ogni ora che passa. E se Conte detta la linea, i capofila dei frondisti, Lezzi e Toninelli, dicono no, replicando all’ecumenico invito con un lapidario: «Ci stiamo suicidando».

Conte a M5S: tutti dentro. Ma «io non entro nel governo»

Non solo. Il premier uscente Giuseppe Conte, intervenendo all’assemblea congiunta dei parlamentari M5S, dice ai deputati e senatori grillini che «autoescludersi sarebbe una scelta autolesionistica». «Voltare le spalle al presidente incaricato – tuona Giuseppi – sarebbe come voltare le spalle al Paese», avrebbe infatti aggiunto dopo aver dichiarato che: «Dobbiamo incidere come Movimento nell’azione del prossimo governo. Perché abbiamo portato una spinta innovativa e di onestà. Vogliamo una transizione energetica vera. Come l’abbiamo impostata, non farne una finta». Poi, tra autoincensamento e monito sul futuro, avverte: il governo Draghi dovrà avere un «perimetro politico ben delineato, non indefinito». Perché «un perimetro troppo ampio sarebbe inconcludente e difficile da gestire». Salvo poi aggiungere quanto riferito dall’Adnkronos in base a quanto sostenuto da alcuni parlamentari. E cioè che, perimetro delineato o indefinito che sia, lui comunque «non entrerà a far parte dell’esecutivo Draghi».

L’intervento di Conte scatena la dura reazione della Lezzi

Un intervento che ha scatenato la reazione durissima della senatrice Barbara Lezzi che, nel suo intervento all’assemblea congiunta M5S, esordisce con toni e argomenti disorganici a quanto delineato da Conte, Grillo e Di Maio. «Quello che Draghi si appresta a guidare – sostiene la parlamentare pentastellata dissidente – non è un governo politico solo perché ci sarà qualche ministro politico. Il M5s sarà in minoranza. Non avrà neanche la maggioranza – ha osservato l’ex ministra, e riportano alcuni presenti all’Adnkronos –. Per il bene del Paese non dovremmo mai sederci al tavolo con Berlusconi, invece vogliamo andare a dare la fiducia a Silvio. Vi aspettate di difendere le nostre battaglie con questa accozzaglia. Stiamo suicidando il M5S. Stare solo in un governo balneare per votare a giugno. Questo dovremmo fare»…

«Toninelli: Si voti su Rousseau, inaccettabile stare col Cav»

Parole aspre, quella della Lezzi, a cui fanno eco quelle di un altro dissidente 5S: Danilo Toninelli. Il quale, nella baraonda grillina del momento, prova a dire: «Questo é il Momento più complicato del M5S. L’obiettivo minimo deve essere la salvaguardia del M5S. L’unico modo per salvare il Movimento è il voto su Rousseau, per decidere tutti». Poi, preda di un dubbio amletico, esterna alla platea riunita in assemblea, le sue perplessità: «Mi domando: è meglio stare in maggioranza o all’opposizione? In maggioranza penso di no. In opposizione avremmo le mani libere e potremmo influenzare l’opinione pubblica. È inaccettabile per il movimento stare al governo con Forza Italia e Berlusconi. Poniamo temi per far stare fuori dalla maggioranza alcuni», ha suggerito Toninelli. A dimostrazione che, la maggioranza può anche cambiare volto. Ma “spirito di collaborazione” e priorità restano sempre gli stessi…

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