Non è l’arena, “quando è nato il governo Draghi”. Vittorio Sgarbi, la telefonata con Renzi e la bomba: il complotto contro Conte
Il piano per portare Mario Draghi a Palazzo Chigi parte da lontano. E lo svela Vittorio Sgarbi, ospite in studio di Massimo Giletti a Non è l’Arena su La7. “Non posso dire il nome – svela il critico eletto in Parlamento con Forza Italia nel 2018, oggi transitato nel Misto – ma uno dei potenti d’Italia, uno che chiamiamo i poteri forti, importante, legato alle più importanti industrie italiane, a maggio ha ricevuto una richiesta da Matteo Renzi per poter incontrare e parlare con Draghi, quindi è da maggio…”.
Sgarbi regala poi una “esclusiva assoluta”. “Oggi ho parlato con Renzi, l’ho chiamato. Mi ha detto: ‘Io posso anche dire che è finita la mia carriera, ma di tutte le imprese, primarie, sindaco di Firenze, referendum, questa è stata la più difficile, compressa e faticosa. Ed è quella di cui vado più orgoglioso perché io ho tolto quel blocco inadeguato all’Italia”. https://www.la7.it/embedded/la7?&tid=player&content=363862&title=/nonelarena/video/governo-draghi-il-retroscena-svelato-da-sgarbi-un-potente-mi-ha-confessato-di-aver-ricevuto-una-07-02-2021-363862
“Mi sarebbe piaciuto vederti all’incontro tra Draghi eBeppe Grillo”, lo punzecchia Giletti. E qui Sgarbi parte con un’analisi approfondita delle dinamiche politiche in atto: “La malattia di origine diForza ItaliaeMovimento 5 Stelleè inquietante. Sono i voti che vanno a uno solo, e uno dei due, Beppe Grillo, non viene nemmeno eletto”. Il riferimento è aSilvio Berlusconie, appunto, Grillo.
“La forza della persona è tale da renderlo un voto di opinione, l’uomo da persona diventa simbolo”. Su Draghi, Sgarbi è cauto: “Non ha chiesto i voti per gli altri e nemmeno per sé. È un commissario, e io ho preso ordini per un anno da un commissario, il Cts, mai eletto. Draghi sbaglierebbe se facesse qualcosa di politico, non lo ha fatto nessuno dei suoi predecessori”.