Toninelli scettico: un governo con Boschi e Calenda? Non ci credo. La parola agli iscritti

Danilo Toninelli fa l’estremista e boccia l’apertura a Draghi: andiamo a vedere ma non mi fido, dice. Beppe Grillo intanto scende a Roma per guidare in prima persona i Cinquestelle nelle consultazioni. Ma non è il solo gran ritorno. Si rifà vivo anche il giovane Davide Casaleggio. Che adesso – scrive Il Foglio –  giusto per aggiungere complicazione alla già turbolente trattativa che dovrà far nascere il nuovo esecutivo, la butta sul ritorno alle origini: “Bisogna votare il nuovo governo su Rousseau“.

Casaleggio vuole riesumare Rousseau, Toninelli gli va dietro

Una parte del gruppo parlamentare pentastellato è d’accordo con lui. “Ho incontrato diversi parlamentari e ministri qui a Roma. Qualunque sarà lo scenario politico possibile c’è ampio consenso sul fatto che l’unico modo per avere una coesione del Movimento 5 stelle sarà quello di chiedere agli iscritti su Rousseau”, ha detto in mattinata il presidente dell’associazione Rousseau. La piattaforma riesumata dunque per mettere i bastoni tra le ruote all’ala che vuole aprire a Draghi.

Il paradosso del voto sulla piattaforma

In pratica i grillini non vorrebbero risparmiare a Draghi il minisuffragio su Rousseau. “E’ certo – scrive ancora Il Foglio – che immaginare l’ex presidente della Banca centrale europea, l’uomo cui si rivolgeva Barack Obama come ambasciatore delle tribolazioni economiche del vecchio continente, colui che Emmanuel Macron e Angela Merkel non fanno che guardare con rigorosa ammirazione, appeso al voto su una piattaforma che dovrà dargli il permesso per diventare presidente del Consiglio faccia un certo effetto. Che sa di paradosso”.

Toninelli fa l’estremista: votino gli iscritti

Ai dubbi di Casaleggio si affiancano quelli dell’ineffabile Danilo Toninelli: “Mi domando: ma un governo Draghi con i ministri Brunetta, Calenda, Boschi (e/o simili) e un tecnico all’Economia potrà attuare riforme essenziali come l’acqua pubblica, la banca pubblica, il conflitto di interessi, le preferenze, la riforma della Rai e della giustizia, la regolamentazione del lobbying e l’editoria pura? O anche solo parte di esse? Mi domando ancora: un governo siffatto completerà la cacciata dei Benetton dalle autostrade e impegnerà al meglio per tutti noi italiani i soldi del Recovery? Voi ci credete per davvero? Ci credete per davvero che mantenere un paio di ministeri in forza al MoVimento ci garantisca questo? Io ovviamente no”. “E, poi, qualunque cosa accada – conclude –  decidiamo tutti assieme. Con il voto degli iscritti”.

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