“Meglio pescivendola che snob” E la Meloni zittisce Scanzi
Chi di pesce ferisce di pesce perisce. Tutto comincia lunedì sera. Protagonisti: il giornalista “reginetta” dei social Andrea Scanzi e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
Nel salotto serale di La7, allestito con isoliti habitué tenuti a bada dall’algida Gruber, si commenta a freddo lo “spettacolo” politico andato in onda alla Camera.
Ecco che non avendo argomenti politicamente solidi da contrapporre al discorso fiume tenuto dalla Meloni in Parlamento, Scanzi non perde l’occasione di buttarla sull’insulto personale. “A Giorgia Meloni chiederei di urlare di meno quando è alla Camera, si chiama Montecitorio e non il mercato del pesce”, sentenzia la “punta di diamante” del Fatto Quotidiano. Scanzi posta sui canali social, il megafono funziona e l’insulto monta in rete.
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A stretto giro, arriva, però, il contrattacco della deputata di FdI. La Meloni rovescia con ironia l’attacco personale, troppo facile e di dubbio gusto, in un argomento politico. E posta sui social un video, in orgogliosa versione “pescivendola”, dove asfalta la casta giallorossa che schifa il popolo. “Pesce fresco, presce fresco…Avvicinatevi, ottimi prezzi!!”, grida la leader di FdI che, con in mano una cassa di pesce, sferra l’affondo al governo del “mercimonio”. “Pd e M5S schifano la gente comune, a me – tuona Meloni- da donna del popolo non dà fastidio ma una cosa voglio dire: c’è gente che fa un lavoro nobile come vendere il pesce e c’è gente che fa un lavoro ignobile come comprare le persone in Parlamento…Voi potete dire che faccio parte della prima categoria, ma voi sicuramente fate parte della seconda categoria”.
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Ma non è finita. Non contento, il giornalista influencer non resiste ad avere l’ultima parola sul punto. “Vedo – scrive su Facebook – che donna Giorgia Meloni ha preso molto bene le mie (e non solo mie) critiche sui suoi toni allegramente sguaiati alla Camera. Davvero un bel video, il suo. All’altezza di una vera statista quale lei è. Daje Gio’”. Una stoccata debole. Dal campione delle top ten dal linguaggio forbito ci si aspetterebbe di più. Solo qualche riga per ribadire l’insulto, corredato dalla caduta di stile finale “Daje Gio”. Quasi a rimarcare, non senza una certa puzza sotto il naso, l’appartenenza “popolana” della deputata romana. Giochi formali, anche se offensivi. Stizze di snobismo vuoto. Niente di più.
E la prova della propria debolezza Scanzi se la fabbrica da solo. Insomma, si dà proprio la zappa sui piedi. Rilanciando il video, taglia la parte in cui la Meloni contrappone chi vende pesce onestamente a chi, il governo giallorosso, fa l’ignobile lavoro di comprare voti in Parlamento. Come mai il giornalista super filo contiano omette proprio il punto in cui la leader di FdI inchioda i suoi “prediletti”? Segno forse che sui contenuti, Meloni, ha fatto centro? Attenzione, chi di pesce ferisce, di pesce può anche perire.