Vaccini, l’Ue tiene i contratti nascosti nella stanza dei segreti
Solo 45 minuti di tempo, senza telefoni, fotografie o bloc notes per prendere appunti. Guardati a vista da un controllore. La Commissione europea apre uno spiraglio nel mistero dei contratti tra aziende farmaceutiche ed Ue sui vaccini anti-Covid, senza però esagerare con la trasparenza.
Sarà a disposizione degli europarlamentari solo un accordo, quello con CureVac, che non ha neppure ancora ottenuto l’autorizzazione al suo siero, e al documento verrà comunque garantita la “massima confidenzialità”. I parlamentari potrebbero pure imparare a memoria il testo, se vi riuscissero, ma dovranno comunque firmare un accordo di riservatezza, promettendo di non divulgare quanto leggeranno. A meno di deputati pronti a rompere il segreto, dunque, l’opinione pubblica nulla saprà del patto di acquisto anticipato tra Bruxelles e Big Pharma.
Ad annunciare la “disclosure sui primi contratti” è stata ieri la capo negoziatrice Ue sui vaccini, Sandra Gallina, in occasione della riunione in commissione Salute dell’Europarlamento. I parlamentari chiedevano da tempo “maggiore chiarezza e trasparenza”, non solo sui contratti, ma anche sul “processo decisionale a livello Ue”. Sono stati in parte accontentati. La reading room è stata aperta ieri in Rue Belliard nell’edificio della direzione generale Sanità: tre giorni di lettura, fino a venerdì, per sole quattro ore al giorno. Poi si punta a garantire aperture aggiuntive, in base alle domande che arriveranno. Bruxelles, ha fatto sapere Gallina, sta “raccogliendo i nomi” di chi è intenzionato a vederci chiaro. “I negoziati stanno continuando – ha detto – ma diamo disclosure sui primi contratti, a mano a mano che diventeranno disponibili”. Già, perché a decidere se rendere pubblico o meno il documento non è la Commissione (“noi non abbiamo problemi con la trasparenza”), ma le stesse aziende farmaceutiche. “Penso che sia un passo molto importante – ha spiegato la dg – naturalmente è un inizio, perché spero che le altre compagnie acconsentiranno, a poco a poco, a dare trasparenza anche ai loro contratti”. Accadrà davvero? Per ora ci tocca ringraziare il buon cuore di CureVac. Ma perché la Commissione ha concesso ai colossi farmaceutici tanta segretezza?
I nodi da sciogliere sui contratti con Big Pharma sono tanti. Non solo il prezzo, che ad oggi resta un segreto. Ma anche i nomi dei negoziatori, la sicurezza e la rapidità nelle consegne. Fino al capitolo più spinoso, cioè quello sulla responsabilità: chi pagherà le conseguenze, legali e finanziarie, nel caso in cui il vaccino avesse effetti collaterali imprevisti? Il processo di scoperta, realizzazione e produzione del siero è stato incredibilmente veloce: mai successo prima che in così pochi mesi si arrivasse ad un risultato. I dati e l’Ema certificano la sicurezza dei prodotti, ma gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Il dardo lo ha scagliato il responsabile per la salute del Ppe, Peter Liese, della Cdu tedesca: “Vogliamo un vaccino il più velocemente possibile e per più persone possibili – ha detto – ma anche un vaccino che sia sicuro. E purtroppo c’è stato un problema che non è stato discusso abbastanza in pubblico”. Di che si tratta? ”Sono convinto – ha aggiunto Liese – che il problema con Pfizer, tra agosto e novembre, era che non volevano accettare responsabilità, anche nel caso in cui avessero commesso loro un errore”. Il deputato tedesco sostiene di aver parlato con dipendenti di Pfizer e BionTech e di avere dunque accesso a informazioni riservate. Pare infatti che i contratti con Big Pharma contengano delle clausole di manleva che esonerano le aziende farmaceutiche da ogni responsabilità giuridica in caso di effetti collaterali imprevedibili e imprevisti del siero. Il peso dei danni dovrebbe quindi ricadere sull’Ue o sugli Stati membri, acquirenti del siero anti Covid, e non sui produttori. Le aziende verrebbero chiamate a risponderne solo nel caso in cui abbiano nascosto i dati.
I parlamentari che ieri hanno letto i contratti non hanno però trovato risposte alle loro innumerevoli domande. Come spiegato a politico.eu dal presidente della commissione per la Salute, Pascal Canfin, la maggior parte dei cinque punti più critici sono stati cancellati, parzialmente cancellati o non inclusi nelle 60 pagine messe a disposizione. Un’orgia di omissis. Nessuna risposta sul prezzo, sull’acconto versato dall’Ue, sul numero di dosi da fornire ogni trimestre e sui siti di produzione dei vaccini. Alla manleva, invece, sono dedicati sei paragrafi. Di cui due oscurati. Alla faccia della trasparenza.