Tra i contatti cancellati di Tiziana Cantone anche poliziotti e insospettabili. “Indagate per omicidio”
Ci sono nuovi elementi nel presunto suicidio di Tiziana Cantone, tali da indurre i legali della famiglia a depositare una denuncia per omicidio. Non solo. Tra i contati della donna, vittima del porn revenge, trovata impiccata in casa 5 anni fa, ci sono nomi di centinaia di uomini. Tra loro anche poliziotti e “insospettabili”.
Nei contatti Social trovati centinaia di nomi (anche poliziotti)
“Ora l’inchiesta si arricchisce di un centinaio di nomi – tra cui anche quelli di professionisti ed esponenti delle forze dell’ordine – che hanno intrecciato relazioni con Tiziana Cantone. Potenzialmente tra questi c’è il volto di chi potrebbe aver diffuso i video hard destinati a una chat dedicata, creando quella gogna che ha spinto la giovane donna sul baratro della disperazione”.
Tiziana Cantone e l’ombra dell’omicidio
L’ipotesi dell’avvocato Salvatore Pettirossi, sulla scorta degli accertamenti informatici. A recuperare quanto “scomparso” sono stati i tecnici dell’Emme-Team, gruppo legale con sede a Chicago che assiste da oltre un anno Teresa Giglio, la madre di Tiziana. Alla luce delle manomissioni presunte di cellulare e tablet di Tiziana Cantone, forse qualcuno degli “insospettabili” ha effettuato tale operazione?
La Procura di Napoli Nord ha già aperto un fascicolo per frode processuale a proposito delle 19 “anomalie” riscontrate sui dati. Tuttavia, a questo punto, si potrebbe anche riaprire il caso. Secondo gli avvocati della Giglio, infatti, Tiziana sarebbe stata vittima di un omicidio. La prova sarebbe la pashmina che la 31enne avrebbe usato per impiccarsi: su quel foulard infatti sono state infatti rinvenute tracce biologiche maschili. È lo stesso uomo che ha effettuato le manomissioni?
“Stai facendo un video? Bravo”. Il tragico meme
È il maggio del 2015, quando Tiziana Cantone si presenta in Procura per fare una denuncia. Racconta di aver girato dei video hard e di averli poi inviati a persone con le quali, spiega al magistrato, aveva intrecciato «relazioni virtuali» sui social network. Era un periodo di «fragilità e depressione», fa mettere a verbale, e ancora peggio sta ora che ha scoperto che quei video sono su molti siti porno. I video sono in Rete da tempo. Sono nati addirittura dei gruppi Facebook sulla donna. “Stai facendo un video? Bravo”, era la frase diventata anche un meme sui Sociail.
Tiziana torna in Procura, due mesi dopo. Fa una integrazione alla denuncia di maggio e i pm aggiungono il reato di violazione della privacy, ma stavolta non iscrivono nessuno nel registro degli indagati. Intanto lei smette di uscire da casa perché le è capitato di essere «riconosciuta e derisa», scrive nella denuncia. Il 13 settembre 2016, la 31enne viene trovata morta nella casa di Mugnano. Ora la richiesta dei legali ai pm: su Tiziana Cantone indagate per omicidio.