Avanzano dosi di vaccino e lo danno ai parenti: polemica sugli operatori sanitari a Modena
In Italia il piano vaccinale prosegue più o meno secondo i piani in questa prima fase nella quale vengono vaccinati gli operatori sanitari.
A ieri erano 318mila i vaccini somministrati nel nostro Paese, che sta procedendo a ritmo incalzante. Tuttavia non mancano le polemiche e una tra le più spinose arriva da Modena, dove l’Ausl locale ha aperto un’istruttoria per verificare le procedure adottate da alcuni sanitari che, a fine giornata, hanno somministrato le dosi di vaccino avanzate ai loro congiunti. A denunciare i fatti è stata la Gazzetta di Modena.
La procedura standard nel caso in cui avanzino dosi di vaccino già ricomposte è quella di contattare altri operatori sanitari che hanno dato il loro consenso alla vaccinazione, soggetti presenti in ospedale oppure prenotati per i giorni successivi. Non dev’essere sprecata nemmeno una dose: è questa la parola d’ordine negli ospedali italiani. Siccome le dosi già pronte hanno una durata massima di 6 ore è necessario che vengano inoculate il prima possibile. “Quanto avvenuto ieri, dunque, non risponde ad alcuna direttiva o indicazione fornita dall’Azienda”, scrive l’Ausl di Modena in merito alla polemica che sta scuotendo la città e avendo ampia risonanza nazionale.
L’azienda sanitaria lo definisce “un errore grave” ed è pronta ad andare a fondo nella vicenda. Il caso più eclatante è quello di un volontario di pubblica assistenza, che opera sotto l’insegna dell’AVAP, che a fine giornata ha chiesto (e ottenuto) di somministrare le dosi anche alle sue figlie, tra le quali una minore, che non erano nella lista degli operatori da vaccinare. L’uomo ha poi pubblicato tutto sui social network e a quel punto è esplosa la polemica. A segnalare quanto accaduto all’ospedale di Baggiovara, nei pressi di Modena, sono stati proprio alcuni medici e operatori che sono venuti a conoscenza del post condiviso dall’uomo. Con la presunzione della buona fede, nell’intento di non far scadere le dosi del vaccino già pronte, si sarebbe violato il rigidissimo protocollo nazionale. È l’Ausl a ricostruire la dinamica di quanto accaduto: “A fine seduta vaccinale pomeridiana, avendo espletato la procedura prevista e avanzando ancora alcune dosi inutilizzate, alcuni operatori al lavoro nel punto vaccinale, in totale autonomia, hanno pensato di contattare alcuni propri congiunti, con l’idea di non sprecare dosi che non avrebbero potute essere utilizzate il giorno successivo. Appena venuti a conoscenza di ciò, gli altri professionisti presenti hanno subito informato il responsabile del Punto vaccinale e la Direzione aziendale, che hanno dato perentorie indicazioni di bloccare immediatamente qualsiasi iniziativa in tal senso. Purtroppo però i vaccinatori, assolutamente non al corrente di quanto stava accadendo, avevano già somministrato alcuni vaccini. Dunque si è venuti a conoscenza che le persone contattate non erano tra gli aventi diritto soltanto a vaccinazione già avvenuta”.
Pare che l’idea di convocare i congiunti sia nata alla luce dell’impossibilità di non riuscire a contattare altri sanitari per la somministrazione. Tuttavia, l’Ausl ha ribadito che darà un memorandum del protocollo e si è scusata con la popolazione, impegnandosi “a garantire la massima trasparenza, così come è stato fatto fin dall’inizio, nelle procedure di somministrazione e utilizzo del vaccino”.