Dpcm, “mezza Italia in zona arancione”: emergenza infinita, le regioni chiuse da lunedì prossimo
Lunedì 11 gennaio mezza Italia potrebbe svegliarsi in zona arancione. Lo scrive il Corriere della Sera, secondo cui il ministro Roberto Speranza firmerà entro la giornata di venerdì 8 un’ordinanza che sancirà l’abbassamento della soglia per l’ingresso nelle fasce di rischio: con l’indice Rt a 1 si diventa arancioni con coprifuoco dalle 22 alle 5, divieto di uscire dal comune di residenza e chiusura di bar e ristoranti. Se invece l’Rt dovesse salire a 1,25, la zona rossa sarebbe obbligata, anche se ormai comprende una serie piuttosto lunga di deroghe. Sempre secondo il Corsera, è praticamente scontato il passaggio in arancione di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, così come Lazio e Liguria temono il peggioramento della curva: rischio alto anche per Piemonte, Puglia, Calabria e Basilicata.
Insomma, si teme una terza ondata di livello pari o addirittura superiore a quello della seconda, non a caso i principali paesi europei hanno attuato un lockdown da portare avanti per almeno un altro paio di mesi. Cosa che però il governo presieduto da Giuseppe Conte non ha il coraggio di fare, anche perché non ha più alcuna credibilità agli occhi della gente: e allora preferisce continuare con la farsa dei colori che non fa altro che confondere la gente e arrabbiare gli imprenditori e i commercianti, che praticamente ogni giorno sono costretti a sottostare a regole diverse (e spesso comunicate all’ultimo momento). Gli esperti raccomandano provvedimenti molto duri per contenere l’epidemia, che dagli ultimi bollettini è evidente che sia in ripresa: domani arriverà il verdetto sulle fasce di rischio, dopodiché inizierà la discussione sul Dpcm che dovrà entrare in vigore per il 16 gennaio e che dovrebbe prevedere come minimo il divieto di spostamento tra regioni fino al 31 gennaio.