Giuseppe Conte, retroscena Dagospia: perde in ogni caso. Lo scenario estremo: chi sarà il “premier di Mattarella”
A questo punto Giuseppe Conte deve scegliere se cadere da premier in carica o premier dimissionato. Secondo Dagospia, alla luce delle trattative delle ultime ore all’ombra di Palazzo Chigi non restano che tre scenari. Se Conte cederà su tutti i fronti a Matteo Renzi (ipotesi al momento più probabile) su Recovery Plan, delega dei servizi segreti e Mes sanitario, a quel punto il leader di Italia Viva potrà decidere in tutta calma se accontentarsi e confermare Conte, di fatto trasformato in “premier debolissimo, alla mercé di Zinga e Di Maio” (oltre che dello stesso Renzi, ovviamente), oppure infierire e cercare di ottenere il massimo possibile. Quale? Far cadere questo governo, per andare verso un Conte Ter che sarebbe, di fatto, un rimpastone mascherato: si parla di giro di ministri pesanti, con ingressi politicamente rilevanti come Luigi Di Maio e Luigi Orlando per M5s e Pd, e qualcuno di primissimo piano di Italia Viva (Maria Elena Boschi, certo, ma c’è chi dice pure Renzi). A quel punto Conte “tornerebbe alla casella del Conte uno, quando faceva da passacarte tra Salvini e Di Maio”, ironizza Dagospia.
Insomma, per l’avvocato del popolo in ogni caso sembra arrivata la proverbiale “fine-corsa”. E se Conte non accettasse il ricatto renziano e decidesse davvero di andare alla conta in Parlamento? Semplice, scrive Dago: cadrebbe. E a quel punto non ci sarebbe il ritorno al voto anticipato come auspicato da Giorgia Meloni, ma “un nuovo governo benedetto da Mattarella” con Marta Cartabia, presidente emerita della Corte costituzionale, nel ruolo di primo premier donna nella storia della Repubblica italiana. Un “governo istituzionale” rinforzato dalla clamorosa presenza di Mario Draghi come “superministro dell’economia”. E se l’ex presidente della Bce non si rendesse disponibile, conclude Dagospia, “al suo posto si fa anche il nome dell’economista Fabio Panetta, membro italiano dell’esecutivo Bce”.