Quella telefonata di Trump per “trovare” 11mila voti in Georgia
Una registrazione audio che rischia di tramutarsi in uno scandalo in poche ore: il presidente uscente Donald Trump è il protagonista della notizia che sta rimbalzando in queste ore su tutte i media internazionali.
In sintesi, grazie all’audio tirato fuori dal Washington Post, sappiamo come l’uomo politico che sta per lasciare il posto al presidente eletto Jo Biden avrebbe domandato al segretario di Stato della Georgia di trovargli undici mila voti. Un episodio che sarebbe avvenuto sabato scorso, quindi a discreta distanza temporale dalle elezioni presidenziali. Trump, nonostante i pronostici e la recente tradizione elettorale della Georgia, non è riuscito a replicare il trionfo del 2016, e quello Stato si è colorato di blu democratico.
Il condizionale è d’obbligo, ma The Donald avrebbe fatto presente al segretario di Stato la rabbia provata dai cittadini per lo Stato interessato dal caso – lo stesso che si appresta ad assegnare gli ultimi seggi rimasti in bilico per il Senato – per l’esito della contesa elettorale presidenziale: “La gente della Georgia è arrabbiata, la gente del Paese è arrabbiata”, avrebbe esclamato il comandante in capo degli Stati Uniti d’America, così come riporta l’Agi. E ancora: “Guarda – avrebbe aggiunto The Donald – , tutto quello che voglio fare è questo. Voglio solo trovare 11.780 voti, uno in più di quelli che abbiamo, perché abbiamo vinto lo Stato”. Anche dai virgolettati che sono emersi trapela dunque la certezza che Trump ha sbandierato subito dopo le proiezioni della mattina successiva allo spoglio: il leader del Gop è convinto di aver vinto le elezioni presidenziali del 2020.
Sulla scia della narrazione sui brogli, che tuttavia non sono stati confermati, Trump avrebbe confidato la sua personale lettura della situazione al suo interlocutore telefonico: “C’è una grossa elezione in arrivo e a causa di quello che avete fatto al presidente – perchè la gente della Georgia sa che c’è stato un broglio – un sacco di persone non andranno a votare e molti repubblicani voteranno contro perché odiano quello che avete fatto al presidente”, La richiesta sarebbe stata dunque volta al ribaltamento del risultato presidenziale, pure in funzione del ballottaggio che si terrà tra poche ore in Georgia.
Il ballottaggio di lunedì è fondamentale per l’equilibrio della politica americana: quei seggi sanciranno anche la colorazione della maggioranza partitica al Senato. I Repubblicani contano di strappare ai Dem la possibilità di governare entrambe le Camere con una certa facilità, ma gli ultimi sondaggi, forse anche per via della vittoria di Joe Biden dello scorso novembre e quindi per l’andazzo del vento, suggeriscono come il Gop possa avere più di qualche difficoltà ad ottenere la vittoria valevole per gli scranni in palio.
Il segretario di Stato della Georgia è Brad Raffensperger, un repubblicano. Trump e Raffensperger hanno anche duellato su Twitter nel corso di queste ore. Il presidente uscente è convinto di aver subito dei brogli, in Georgia come in altri Stati, mentre il segretario dello Stato sudorientale, pur sottolineando il grande rispetto provato nei confronti del vertice istituzionale degli Usa, ha ribadito la non veridicità delle accuse sollevate da Trump. Pare che già nel corso delle telefonata in oggetto Raffensperger si sia opposto tanto alle richieste quanto alle affermazioni sulla irregolarità del voto del tycoon. Il clima negli States rimane caldo. E ora Trump potrebbe essere accusato di aver provato a modificare o a ribaltare i risultati delle presidenziali.