Nel 2020 sbarchi di clandestini triplicati: con PD e M5S (complici degli scafisti) riparte l’invasione dell’Italia
Roma, 2 gen – Nell’anno della pandemia, c’è un “settore” che non ha sentito crisi. Parliamo di quello dell’immigrazione, con sbarchi praticamente triplicati negli ultimi 12 mesi. In perfetta coincidenza con il cambio di governo e il rinnovato atteggiamento del nuovo esecutivo rispetto ai trafficanti di esseri umani che incrociano nel Mediterraneo.
Immigrazione, sbarchi triplicati
Stando all’ultimo cruscotto giornaliero pubblicato dal Dipartimento per le liberà civili e l’immigrazione del ministero degli Interni lo scorso 31 dicembre, che raccoglie tutti i dati dell’anno appena concluso e li mette in relazione a quelli passati, nel 2020 sono sbarcati in Italia 34.134 immigrati.
Un valore sensibilmente elevato. Tanto più se messo a confronto con quello degli anni scorsi. Nel 2018, ad esempio, gli sbarchi erano stati 23.370, diventati poi 11.471 nel 2019. Dall’anno scorso, insomma, il numero di immigrati giunti via nave in Italia sono triplicati.
A fare la parte del leone è stato soprattutto il periodo estivo. I picchi si registrano infatti tra luglio (oltre 7mila) e agosto (più di 5300), con un’eccezione nel mese di novembre con quasi 5400 sbarchi.
80mila richiedenti asilo a carico nostro
Tra hotspot, centri di accoglienza e altri programmi, gli immigrati richiedenti asilo attualmente presenti in Italia sono quasi 80mila. 79.938 per la precisione. Quasi un quarto di essi sono ospitati tra Lombardia ed Emilia-Romagna, con valori sensibilmente più bassi nelle altre regioni.
Quanto alla nazionalità, fra i paesi di origini del 2020 dell’immigrazione, tra gli sbarchi troviamo in prevalenza cittadini della Tunisia (all’incirca un terzo del totale), seguiti da bengalesi (più di 4mila), ivoriani e pakistani. Tutte nazioni nelle quali non si registrano situazioni di particolari difficoltà legate a conflitti in corso.
Di fronte a queste premesse, a decreti sicurezza aboliti e allargate le maglie per le Ong operanti nel Mediterraneo, quel che si prepara rischia di essere un nuovo annus horribilis per immigrazione e sbarchi. Un ottimo viatico per far ripartire la mangiatoia dell’accoglienza.