Diciotti, scontro Italia-Malta
È ancora braccio di ferro tra Italia e Malta sul caso della nave Diciotti.
La nave della guardia costiera italiana la notte tra mercoledì e giovedì ha soccorso un barcone con 190 migranti a bordo e con il motore in avaria. Il comando italiano si è attivato immediatamente per far sbarcare 13 persone per ragioni sanitarie, lasciandone 177 a bordo. La situazione tra i naufraghi era drammatica. Sette persone necessitavano di soccorso medico urgente e sono state evacuate (nel caso dei minori, assieme ai familiari). Di questi, tre bambini sono affetti da scabbia, una donna ha avuto un aborto spontaneo, un uomo ha la linfedema, un altro ha forti dolori addominali e un altro ancora è in stato di collasso. Il salvataggio, secondo quanto si apprende, è stato coordinato dalle autorità di Malta, che ha fornito al barcone, prima che giungesse la Diciotti, acqua, cibo e giubbotti di salvataggio.
La Diciotti ha chiesto quindi alla Valletta di destinargli un porto sicuro a Malta, visto che si trovano nell’area Sar dell’isola. Il niet da Malta e l’ipotesi di accompagnare lo sbarco della Diciotti in Italia ha fatto saltare il banco. “A fronte della disponibilità del nostro governo per accogliere non più di venti immigrati che erano a bordo della Aquarius, in queste ore i partner europei pensano di lasciare sola l’Italia rifilandole un barcone con 170 persone”, aveva fatto sapere il Viminale aggiungendo che “se è davvero questo il tentativo, Roma rimetterà in discussione la possibilità di partecipare alla redistribuzione delle persone che erano a bordo dell’Aquarius così come annunciato da Malta nelle ultime ore”.
Adesso anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha alzato la voce: “#Diciotti dimostra che Italia non si tira mai indietro quando si tratta di salvare vite umane. Il comportamento di Malta è ancora una volta inqualificabile e meritevole di sanzioni. L’Ue si faccia avanti e apra i propri porti alla solidarietà, altrimenti non ha motivo di esistere”.
La risposta di Malta non si è fatta attendere. I 177 migranti a bordo della nave della Guardia costiera italiana Diciotti “devono sbarcare a Lampedusa o in un altro porto italiano”: ad affermarlo è il ministro dell’Interno maltese, Michael Farrugia, che in una serie di tweet indirizzati ai ministri Matteo Salvini e Danilo Toninelli ha replicato alle accuse italiane affermando che l’intervento della Diciotti non è stato un salvataggio ma un tentativo di impedire all’imbarcazione di entrare nelle acque italiane. “La Guardia Costiera italiana ha intercettato i migranti all’interno del Sar (zona di Search and Rescue) maltese, ma esattamente fuori territorio italiano, senza coordinamento con il competente RCC, soltanto per impedirgli di entrare nella acque italiane”, ha denunciato Farrugia. “Un’intercettazione su una nave che esercita il suo diritto alla libertà di navigazione in alto mare non è considerata un salvataggio. Nel momento in cui i migranti sono sulla nave italiana Diciotti (territorio italiano) vicino a Lampedusa, l’unica soluzione finale è di sbarcarli a Lampedusa o in un porto italiano. Se l’Italia vuole ancora trattare questo caso come un #salvataggio, Lampedusa rimane il luogo più vicino di sicurezza secondo le convenzioni applicabili”, ha insistito il ministro maltese.
Salvini dal canto suo ha ribattuto: “O l’Europa decide seriamente di aiutare l’Italia in concreto, a partire ad esempio dai 180 immigrati a bordo della nave Diciotti, oppure saremo costretti a fare quello che stroncherà definitivamente il business degli scafisti. E cioè riaccompagnare in un porto libico le persone recuperate in mare”. IL GIORNALE.IT