Più soldi e poteri a Roma Capitale, miracolo di Fratelli d’Italia: approvato all’unanimità un odg
In piena discussione sulla legge di Bilancio, in un clima teso dovuto alla necessità di approvare il documento contabile entro fine anno, pena l’esercizio provvosorio, Fratelli d’Italia, alla Camera, realizza un piccolo grande miracolo politico: impegna tutte le forze dell’arco costituzionale e potenziare risorse e poteri per Roma Capitale, nei prossimi anni. Una vittoria che viene annunciata direttamente dalla leader di FdI, Giorgia Meloni.
Roma Capitale, il successo di Fratelli d’Italia
“Grazie alla determinazione di Fratelli d’Italia, la Camera ha approvato all’unanimità delle forze politiche l’ordine del giorno, a nostra prima firma, per chiedere poteri e risorse adeguati per Roma Capitale. Oggi il Parlamento e il Governo si assumono un impegno solenne per dare alla Città Eterna l’attenzione che attende da troppo tempo. Noi continueremo a vigilare e a lavorare in ogni sede affinché si raggiunga questo obiettivo storico nel più breve tempo possibile. Siamo orgogliosi di questo risultato e ogni italiano deve esserlo. Ogni Nazione degna di questo nome considera la sua Capitale il biglietto da visita da presentare al mondo ed è finalmente arrivato il momento, anche in Italia, di riconoscere a Roma lo status che merita». La dichiarazione è firmata dalla presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ha illustrato l’ordine del giorno in aula, nel video in basso, dopo che il suo partito, nei giorni scorsi, aver denunciato l’indifferenza del governo nei confronti delle emergenze della Capitale.
Il testo dell’ordine del giorno su Roma Capitale
“La Camera, premesso che:
il comma 3 dell’articolo 114 della Costituzione, così come modificato dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, dispone: «Roma è la Capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento»;
i primi passi per l’attuazione del nuovo terzo comma dell’articolo 114 della Costituzione, si muovono con l’istituzione dell’ente territoriale «Roma Capitale» tramite l’approvazione della legge 5 maggio 2009, n. 42, recante «Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione»;
il decreto legislativo 17 settembre 2010, n. 156, in materia di ordinamento provvisorio di Roma Capitale, è stato il primo provvedimento a essere emanato in attuazione della delega prevista dall’articolo 24 della citata legge 5 maggio 2009, n. 42, che riguarda l’ordinamento provvisorio, anche finanziario, di Roma Capitale;
l’ente è dotato di uno status cui sono attribuite nuove e ulteriori funzioni amministrative;
la stessa legge 5 maggio 2009, n. 42, inoltre, prevedeva all’articolo 24, comma 5, lettera b), l’assegnazione di ulteriori risorse a Roma Capitale, tenendo conto delle specifiche esigenze di finanziamento derivanti dal ruolo di capitale della Repubblica;
in tutta Europa, Roma è l’unica capitale a non godere di uno status amministrativo speciale che dia modo di rispondere alle molteplici esigenze di coloro che la frequentano per ragioni di residenza, lavoro o turismo creando un evidente divario tra i livelli di prestazioni e servizi erogati rispetto alle maggiori città del mondo occidentale;
Roma non è solo capitale della Repubblica italiana, ma anche capitale della Chiesa cattolica e della cristianità, capitale del Mezzogiorno, sede degli uffici di rappresentanza delle regioni; sede delle ambasciate di due Stati, sede di centinaia di uffici commerciali e culturali internazionali, sede della FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura;
anche l’immenso patrimonio artistico e monumentale di Roma, il cui centro storico è sito Unesco, spesso si trasforma in un peso per l’amministrazione capitolina più che rappresentare una risorsa. Basti pensare al caso del Colosseo, monumento per antonomasia che rappresenta la sua immagine nel mondo, l’area archeologica più visitata in Italia con circa cinque milioni di presenze a stagione e che genera ogni anno incassi per oltre cinquanta milioni di euro poi ripartiti tra la Soprintendenza e il soggetto gestore. Nonostante i pesanti oneri connessi, Roma non risulta essere tra i soggetti beneficiari nemmeno degli incassi del Colosseo. Pur dovendo provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria del manto stradale e dei marciapiedi, del verde pubblico prospicente, all’illuminazione pubblica, alla raccolta e al trattamento dei rifiuti, al trasporto pubblico su gomma e su ferro, alla sorveglianza ad opera della polizia locale, ai servizi per i turisti. Investimenti che meriterebbero di essere adeguatamente ricompensati con la partecipazione agli incassi prodotti;
Roma, in antitesi a una purtroppo diffusa e falsa notizia, ha un residuo fiscale e versa nelle casse dello Stato più di quanto riceve;
il 3 febbraio del 2021 saranno 150 anni dalla proclamazione ufficiale di Roma Capitale, la cui legge fu pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia il 3 febbraio 1871: la data non è stata fin qui adeguatamente celebrata, e non solo a causa della pandemia ma per una disattenzione delle istituzioni centrali che hanno ignorato finanche la programmazione di un calendario di eventi che sarebbero dovuti iniziare a partire dal 20 settembre 2019, 150° anniversario della Breccia di Porta Pia; nel secolo scorso, sia il 50mo anniversario sia il centenario della proclamazione di Roma Capitale d’Italia furono celebrati solennemente con iniziative istituzionali che hanno visto la partecipazione del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio nella corale commemorazione di un evento storico che sancì il completamento dell’Unità d’Italia e la chiusura dell’epopea risorgimentale;
il disegno di legge di bilancio 2021 tra i diversi interventi previsti dispone misure relative agli enti territoriali e nello specifico definisce nuove modalità di finanziamento delle province e delle città metropolitane delle regioni a statuto ordinario a decorrere dal 2022. In particolare è prevista l’istituzione di fondi nei quali fare confluire i contributi e i fondi di parte corrente dei suddetti enti, da ripartire tenendo progressivamente conto della differenza tra i fabbisogni standard e le capacità fiscali,
impegna il Governo:
ad attivare in tempi immediati ogni misura necessaria a garantire il completamento del trasferimento dei poteri a Roma Capitale ai sensi delle disposizioni di cui all’articolo 24 della legge 5 maggio 2009, n. 42, e del decreto legislativo 17 settembre 2010, n. 156, destinando le risorse e i beni necessari per il miglioramento della qualità della vita e dei servizi e il raggiungimento degli standard delle altre capitali europee, anche con lo scopo di arrestare la fuga di alcune storiche filiere produttive cui si legano il suo equilibrio socio economico e la sua vocazione;
a investire su infrastrutture materiali e immateriali capaci di moltiplicare particolarmente il Pil proveniente da turismo, commercio, terziario e adoperarsi, nell’ambito delle proprie competenze, affinché quota parte degli incassi generati dal patrimonio artistico e monumentale vengano destinati al bilancio della Capitale per finanziare i costi sostenuti dagli eccezionali afflussi esterni quotidiani che ne compromettono decoro, viabilità, trasporti, sicurezza;
ad individuare le risorse per organizzare e promuovere eventi celebrativi del 150° anniversario della proclamazione di Roma Capitale d’Italia;
ad attuare quanto prima un piano strategico per la realizzazione delle opere straordinarie per l’organizzazione e la realizzazione del Giubileo del 2025;
di individuare le risorse finanziarie per:
potenziare i servizi di ordine pubblico e sicurezza per contrastare la criminalità organizzata, in special modo nelle aree periferiche;
accelerare i processi di messa in sicurezza ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio e affrontare l’emergenza abitativa incentivando la pratica della sostituzione edilizia nelle aree urbanisticamente degradate secondo una tendenza ormai diffusa nelle aree di bordo delle grandi città europee e occidentali;
ad accelerare i processi di riforma della legge urbanistica e delle norme che regolamentano la trasformazione del territorio al fine di rianimare e ristrutturare i borghi e i piccoli comuni investendo su linee di trasporto di area vasta utili al decongestionamento delle aree metropolitane”.
(9/2790-bis-AR/92. Meloni, Rampelli, Trancassini, Lollobrigida, Mollicone, Bellucci)